TASI a ottobre: aliquote e detrazioni sugli affitti

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Settembre 2014
Aggiornato 23 Settembre 2014 10:00

Milano sceglie la quota minima, Roma il 20%, Varese la più cara per la TASI degli inquilini: quote e aliquote di riferimento per chi vive in affitto.

Al pagamento dell’acconto TASI del 16 ottobre non sono chiamati solo i proprietari ma anche coloro che vivono in affitto, in base alle delibere del Comune di appartenenza. La regole generale è la seguente: la quota decisa dal Comune a carico dell’inquilino deve essere compresa fra il 10 e il 30% della TASI dovuta sull’immobile. Nei Comuni che avevano deliberato in tempo utile, gli inquilini sono già passati alla cassa entro il 16 giugno, mentre ora in arrivo c’è la nuova scadenza di ottobre. La cosa importante da tenere a mente è che sull’immobile in affitto l’aliquota principale a cui fare riferimento (quella in base a cui calcolare la quota spettante all’inquilino e al proprietario), non è quella sulle prime case, ma quella sugli altri immobili, oppure quella sugli immobili concessi in locazione, nei comuni in cui è prevista questa aliquota specifica. Vediamo aliquote e quote nei principali comuni in cui il contribuente sarà chiamato al versamento di ottobre.

=> TASI per inquilini in affitto: guida al calcolo e versamento

C’è un nutrito numero di città in cui le delibere di fatto prevedono che l’inquilino non paghi nulla, perché la TASI soggetti a IMU è pari a zero. Eccoli: Firenze, Perugia, Catanzaro, Trieste, Campobasso, Palermo, catania, Padova, Prato, Reggio Calabria. Ci sono invece casi, fra i quali spiccano Milano e Roma, in cui chi vive in affitto pagherà una quota. La città in cui la TASI per l’inquilino sarà più salata, visto il combinato di aliquota e quota, è Varese, che ha deciso di far pagare la misura massima del 30% (analoghe decisioni anche a L’Aquila e Verona).

=> TASI: i Comuni in cui si paga a ottobre

Quote e aliquote

  • Roma: quota inquilino pari al 20%. L’aliquota di riferimento è lo 0,8 per mille.
  • Milano: aliquota inquilino 10%. L’aliquota di riferimento è quella per tutti gli immobili su cui non si paga l’IMU, pari allo 0,8 per mille.
  • L’Aquila: aliquota inquilino al 30%, da calcolare sull’aliquota unica del 2,5 per mille, l’inquilino paga solo se il contratto dura più di sei mesi, in caso contrario la TASI è interamente a carico del titolare.
  • Varese: quota del 30% a carico dell’inquilino su un’aliquota TASI  del 2,5 per mille.
  • Verona: aliquota inquilino 30%. Se l’immobile è affittato a canone agevolato, l’aliquota di riferimento è lo 0,2%, che scende allo 0,1% se il canone è agevolato dall’intervento della Fondazione Scaligera per la locazione. Per gli altri immobili, TASI allo 0,25%. Quindi, ad esempio, un negoziante in affitto paga il 30% dello 0,25%.

Secondo alcune elaborazioni proposte dal Corriere della Sera, su un immobile di categoria catastale A2 (abitazione civile) di 120 metri quadri, l’inquilino a Roma pagherà circa 34 euro, a Milano quasi 17 euro, a l’Aquila 54,5 euro, a Varese 89,5 euro. Un immobile di categoria A3 di 70 metri quadri paga invece circa 17,5 euro a Milano, 7 euro a Roma, 23 euro a L’Aquila, 40 euro a Varese.

Ricordiamo infine che la legge specifica che proprietario e inquilino sono ognuno responsabile della propria quota: se uno non paga, l’altro non è tenuto a risponderne in solido. Il consiglio per i contribuenti è sempre quello di controllare esattamente cosa prevede la delibera del proprio comune, ricordando che se non c’è una decisione specifica per la quota dell’inquilino, questa si intende fissata al 10%.