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Riforma fiscale: analisi delle Entrate e anticipazioni di Governo

di Barbara Weisz

18 Maggio 2023 14:47

Agenzia Entrate in audizione alla Camera sulla riforma fiscale, analisi delle misure su IRPEF, IRES, IRAP e IVA: riordino dei testi unici da inizio 2024.

Sull’IRPEF, l’attuale impianto normativo provoca una serie di distorsioni che la riforma fiscale punta a correggere attraverso semplificazioni e riduzione delle tasse. La revisione IRES mira invece a recuperare la «coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d’impresa con il sistema di imposizione personale». La riforma IVA renderà infine le regole dell’imposta sul valore aggiunto più aderenti a quelle UE.

Sono le considerazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla Camera sul ddl di delega fiscale, che si appresta ad iniziare l’iter parlamentare.

La legge delega, che va approvata dal Parlamento, fissa criteri generali poi attuati tramite decreti legislativi, approvati dall’esecutivo entro 24 mesi, con un passaggio parlamentare che si potrebbe definire di consultazione. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, in un’intervista a Italia Oggi, ha intanto dichiarato che l’intenzione è di predisporre i primi testi unici a inizio 2024. Per riuscirci, tuttavia, il Parlamento dovrebbe approvare la delega prima della pausa estiva.

I nuovi testi unici

Sull’opera di riassetto delle norme tributarie (i nuovi testi unici), prevista dall’articolo 19 della Riforma fiscale, si è soffermato anche Ruffini.

Questa parte della riforma prevede una generale riorganizzazione normativa «sia mediante la redazione di testi unici, sia tramite la raccolta in un codice unico articolato in una parte generale (recante una disciplina unitaria degli istituti comuni del sistema fiscale) e una parte speciale (contenente la disciplina delle singole imposte)».

La codificazione rappresenta «un indubbio fattore di semplificazione e di miglioramento della chiarezza e della conoscibilità delle regole fiscali, da cui può trarre vantaggio, in termini di maggiore efficienza della propria azione, la stessa Amministrazione finanziaria». La codificazione risponde infatti a due bisogni prioritari:

  • rendere conoscibili le norme fiscali a beneficio del contribuente, degli operatori professionali e della stessa Amministrazione finanziaria;
  • snellire e rendere coerente l’apparato normativo, anche abrogando norme desuete o ì non più attuali.

La riforma IRPEF

In tema IRPEF, Ruffini si limita a commentare le criticità attuali: base imponibile dell’imposta «fortemente erosa in quanto molte categorie di reddito sono sottratte all’imposizione progressiva e sottoposte a tassazione proporzionale», e «un’ampia varietà di spese fiscali, tra cui deduzioni dalla base imponibile, detrazioni dall’imposta e crediti d’imposta (c.d. tax expenditures), che rendono il sistema complesso e di difficile gestione e controllo da parte dell’Amministrazione».

Le modifiche all’IRPEF prevedono, si legge nella relazione tecnica, di transitare verso un sistema ad imposta unica, operando un riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito e delle aliquote di imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta, con particolare riguardo alla composizione del nucleo familiare e ai costi sostenuti per la crescita dei figli, alla tutela del bene casa e della salute delle persone, dell’istruzione, della previdenza complementare e con l’obiettivo del miglioramento dell’efficienza energetica, nonché della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente».

Insomma, una sorta di flat tax per tutti, dove la progressività viene recuperata appunto attraverso il riordino delle detrazioni e delle deduzioni.

In pratica, considera Ruffini, «una revisione organica del sistema che, nel rispetto del principio di progressività, dovrà operare una semplificazione del processo di determinazione del reddito, oltre a una graduale riduzione dell’imposta, una revisione degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta, delle deduzioni dalla base imponibile, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta. Il principio dell’universalità dell’IRPEF risulta, infatti, attualmente minato dalla previsione di specifiche esenzioni e dal ricorso all’imposizione sostitutiva per distinte tipologie di reddito che, come detto, provocano una distorsione del sistema, per cui – a parità di reddito individuale – l’imposizione fiscale può non essere la medesima».

Il Viceministro Leo ha confermato l’intenzione del Governo di iniziare questa opera di semplificazione dell’IRPEF il più velocemente possibile. Conti pubblici permettendo (il momento fondamentale sarà la NaDEF, nota di aggiornamento al documento di economia e finanza) una riduzione degli scaglioni potrebbe essere già prevista nella prossima legge di Bilancio.

Sulla revisione delle detrazioni, invece, si è limitato a sottolineare che i tecnici del ministero sono al lavoro per elaborare «tutte le ipotesi possibili, preservando gli sconti che sono davvero utili e necessari ai contribuenti», sottolineando che però «parlare di cifre è ancora prematuro».

Le novità IRES

Per quanto riguarda l’IRES, la riforma secondo la sintesi di Ruffini è orientata a garantire:

  • coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d’impresa con il sistema di imposizione personale;
  • una riduzione dell’aliquota in caso di investimenti in beni strumentali e di nuove assunzioni, a condizione che gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa;
  • razionalizzazione e semplificazione dei regimi di riallineamento dei valori fiscali a quelli contabili, al fine di prevedere una disciplina omogenea e un trattamento fiscale uniforme;
  • revisione della disciplina di deducibilità degli interessi passivi anche attraverso l’introduzione di apposite franchigie;
  • il riordino del regime di compensazione delle perdite fiscali;
  • sistematizzazione e la razionalizzazione della disciplina dei conferimenti di azienda;
  • la previsione di un regime speciale in caso di passaggio dei beni dall’attività commerciale a quella non commerciale e viceversa.

Verso il superamento IRAP

Sull’IRAP, si va verso l’eliminazione dell’imposta regionale sulle attività produttive, «con la contestuale istituzione di una sovraimposta IRES tale da assicurare un gettito fiscale equivalente, idoneo a garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario». Il superamento dell’IRAP è previsto in modo graduale, con un ordine di priorità predefinito: l’imposta va prima abolita per le società di persone e le associazioni tra artisti e professionisti e in un momento successivo per le società di capitali».

IVA più europea

Sull’IVA, l’obiettivo è «ridefinire i presupposti dell’imposta al fine di renderli più aderenti alla normativa dell’Unione europea ed eliminare gli elementi di disallineamento presenti nella normativa nazionale rispetto alle definizioni recate dalla Direttiva 2006/112/CE (Direttiva IVA)».

Fra le misure previste, revisione delle disposizioni che disciplinano le operazioni esenti e della disciplina della detrazione, razionalizzazione delle aliquote, semplificazione delle norme del gruppo IVA.

Obiettivi della Riforma fiscale

Come ricordato da Ruffini, gli obiettivi della riforma (articolo 2) sono i seguenti:

  • stimolo alla crescita economica mediante la riduzione del carico fiscale e l’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi, anche al fine di sostenere famiglie, lavoratori e imprese;
  • prevenzione e riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale, anche attraverso la piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’Anagrafe tributaria, e il potenziamento dell’analisi del rischio e dell’utilizzo delle tecnologie digitali e delle soluzioni di intelligenza artificiale;
  • pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi;
  • razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario;
  • individuazione ed eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultino elevati a fronte di un gettito trascurabile per lo Stato;
  • normativa fiscale degli enti del Terzo settore e di quelli non commerciali nel rispetto dei principi di mutualità, sussidiarietà e solidarietà;
  • riduzione degli oneri documentali, anche mediante il rafforzamento del divieto per l’Amministrazione finanziaria di richiedere al contribuente documenti già in suo possesso, nuove e più efficienti forme di erogazione di informazioni e di assistenza, percorsi facilitati di accesso ai servizi per le persone anziane o affette da disabilità.