Controlli fiscali sulle Pmi: dove sta la semplificazione?

di Nicola Santangelo

Pubblicato 30 Maggio 2011
Aggiornato 3 Luglio 2019 16:35

Un adempimento importante per le aziende, introdotto dal Decreto Sviluppo, è la presunta semplificazione nelle ispezioni fiscali su imprese in contabilità  semplificata e lavoratori autonomi.
Il quadro normativo mira ad adottare atteggiamenti meno vessatori e ad evitare duplicazioni nei controlli alle aziende arrivando, addirittura, a prevedere sanzioni per i funzionari inadempienti.
Ma si tratta realmente di una semplificazione per le aziende?

Che sia chiaro: i controlli non subiranno alcuna riduzione. Le aziende continueranno a essere controllate ma in modo più razionale, seguendo un criterio logico e in maniera meno soffocante.

Le nuove disposizioni della regolamentazione prevedono che l'attività  di controllo e la verifica da parte di Agenzie Fiscali, Guardia di Finanza, Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato e INPS sia coordinata in modo da evitare che il contribuente venga sottoposto a molteplici e ripetuti accessi.

Con apposito decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze sono disciplinati termini e modalità  delle verifiche nonché il coordinamento degli accessi presso le imprese da parte di tutte le amministrazioni finanziarie.

In ogni caso, per l'esecuzione dei controlli i verificatori non potranno rimanere presso le imprese in contabilità  semplificata e presso i lavoratori autonomi oltre quindici giorni, prorogabili di altri quindici. Tale limite, tuttavia, fa riferimento alla permanenza effettiva presso i locali dell'impresa e non alla durata della verifica. Ciò vuol dire che qualora l'esame della documentazione avvenga al di fuori della sede della società , tali giorni non saranno computati.

I funzionari che non rispettano tale disposizione saranno soggetti a sanzioni disciplinari.

Ma c'è di più: per non arrecare danno all'immagine dell'impresa o del lavoratore autonomo i controlli avverranno in borghese. Questo, secondo quanto espresso dalla normativa, al fine di evitare che terzi soggetti vengano a conoscenza del fatto che l'impresa sia soggetta ad attività  di controllo.

I contribuenti non dovranno più fornire informazioni già  in possesso delle altre amministrazioni finanziarie e previdenziali senza correre il rischio di imbattersi in sanzioni amministrative.

E' questo il fine della normativa studiata per andare incontro alle aziende e che tenderebbe a semplificare e rendere meno opprimente il rapporto Fisco e contribuente. Era proprio quello che le aziende si aspettavano: un'organizzazione fra Pubbliche Amministrazioni il cui effetto è quello di sguinzagliare detective in borghese che in quindici o trenta giorni individuano il bug della società . E la chiamano semplificazione!

E giusto per restare in tema, non dimentichiamo che dal primo luglio entra in vigore la normativa sugli avvisi d’accertamento, che diventeranno in 60 giorni accertamenti esecutivi