L’internazionalizzazione fa bene al Made in Italy

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 6 Novembre 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

Per le aziende italiane, avviare strategie di internazionalizzazione delle proprie attività  è sempre più una necessità  per non finire schiacciate dalla concorrenza. L’accesso a nuovi mercati costituisce, in particolare, una importante opportunità  di crescita per il Made in Italy, che continua ad essere apprezzato in tutto il mondo senza temere crisi.
Le dinamiche economico-commerciali odierne impongono oggi un nuova approccio al business, in cui i nuovi mercati non siano più visti come potenziale “pericolo” e l’internalizzazione non venga più penalizzata da una cronica carenza di informazioni e investimenti in tale direzione.

Urge un cambiamento di mentalità : non cogliere i frutti del cambiamento economico strutturale può costituire un danno per le aziende italiane, soprattutto se si considera che il Made In Italy non ha mai smesso di mietere successi di fatturato all’estero. Si assiste quindi ad un vero paradosso: i prodotti italiano continuano ad essere popolari in tutto il mondo e il nostro export continua a reggere, nonostante la leggera flessione rilevata nel 2012 rispetto all’anno precedente (dati Octagona), tuttavia, ancora troppe PMI non riescono a sposare il cambiamento per motivi economici, strutturali e conoscitivi.

Il problema è che molte imprese non sanno come portare avanti un processo di internazionalizzazione e verso quali lidi indirizzare le proprie vendite all’estero.

Per arginare tali criticità  la società  di consulenza specializzata nel settore, Octagona, ha realizzato il nuovo servizio RADAR DELL'INTERNAZIONALIZZAZIONE, in grado di offrire alle imprese le risposte più adatte per le operazioni legate all’espansione del proprio business verso l’estero. Il servizio mette a disposizione modelli, modulabili a seconda del tipo di impresa e delle relative esigenze. Identificando punti di forza e debolezze, si individua il mercato più adatto su cui vendere o investire, stimando i potenziali margini economici:

  • evidenzia vantaggi competitivi e criticità  delle principali aree aziendali,
  • valuta il posizionamento nei mercati già  presidiati,
  • guida nella scelta di quelli più adatti da approcciare,
  • verifica le dinamiche di mercato dei nuovi mercati,
  • offre informazioni su controparti commerciali e concorrenti in termini di affidabilità /solvibilità  e strategie,
  • elabora linee guida per avviare il processo di internazionalizzazione.