


La notizia positiva è che il venture capital in Italia negli ultimi anni è cresciuto in termini assoluti per numero di imprese, operazioni e investimenti, scalando diverse posizioni nella classifica europea. Il 2024 ha però segnato una battuta d’arresto rispetto al trend dell’anno precedente.
E le criticità restano parecchie: il settore ha dimensioni ancora lontane da quelle dei paesi maggiormente evoluti, ovvero Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna. Ma soprattutto non è ancora adeguato alla forza della quarta economia europea, e seconda per la manifattura.
Venture capital: il mercato italiano negli ultimi 5 anni
I dati sono contenuti nel report “State of Italian VC” di P101. Gli investimenti negli ultimi cinque anni hanno raggiunto quota 7 miliardi, posizionando il paese al decimo posto in Europa e superando Austria e Portogallo. Ma a livello pro-capite siamo a 114 euro (dato 2024), quartultimi tra i paesi dell’Unione Europea.
Questo, sottolinea Andrea Di Camillo, fondatore e Managing Partner di P101, significa «meno aziende, operatori sottodimensionati, meno storie di successo, maggiori difficoltà di espansione internazionale e cicli di rinnovamento imprenditoriale più lunghi».
Investimenti in calo per operazioni e operazioni
Il numero di investimenti 2024 è sceso del 9,5% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 1,1 miliardi di euro, attraverso 628 operazioni (-28%) realizzate da 150 operatori (in Europa hanno sfiorato i 60 miliardi di euro attraverso 13mila 451 operazioni).
Il capitale mediano investito nelle startup italiane ha raggiunto i 540mila euro, più che raddoppiato rispetto ai 250mila euro del 2023 e quintuplicato rispetto ai 110mila euro del 2015. Tuttavia, l’Italia rimane ben al di sotto di Spagna (1,0 milioni di euro), Francia (2,19 milioni di euro) e Germania (3,22 milioni di euro).
Per quanto riguarda la tipologia delle operazioni, prevalgono di gran lungo i pre-seed, che sono il 56% del totale ma rappresentano solo il 5% del capitale investito. I deal late stage invece sono numerosi (il 16% del totale) ma hanno assorbito il 69% degli 1,1 miliardi di euro investiti.
I settori in cui si investe capitale di rischio
Fra i settori, nel 2024 vince il Deeptech con 693 milioni di euro (+14% rispetto al 2023 e 7,5 volte gli 84 milioni di euro investiti nel 2015), posizionandosi come un potenziale hub per le tecnologie di frontiera.
A guidare il trend è il Cleantech (306 milioni di euro), seguito da Space Technology, Robotica e Droni, entrambi intorno ai 161 milioni di euro.
L’intelligenza artificiale è in vetta alla classifica in Francia e Germania, mentre in Italia è al sesto posto, con 155 milioni di euro dopo i 193 del 2023), mentre ha quasi triplicato i volumi la Cybersecurity, arrivando a 52 milioni di euro.
Finanziamenti: la raccolta di capitali
Per quanto riguarda la raccolta, nel 2024 in Europa ha superato i 20 miliardi di euro attraverso 228 fondi, 17 dei quali hanno superato i 500 milioni di euro di capitale raccolto, mentre due hanno chiuso sopra la soglia del miliardo di euro. Di questi solo 15 sono italiani e nessuno di loro ha superato i 250 milioni di euro. La raccolta nel 2024 ha chiuso a 837 milioni di euro. La flessione sul 2023, pari al 28%, è decisamente più contenuta rispetto a Spagna (-63%), Francia (-45%) e Germania (-64%), a conferma della resilienza dell’ecosistema italiano e del suo ruolo crescente nel VC europeo.
I fondi sono nazionali per il 68,5% un dato che si confronta, ad esempio, con il 43,8% della Germania. Sono in prevalenza istituti bancari (20,3%), mentre è bassa la partecipazione delle compagnie assicurative, 3,5%.
Il report evidenza infine la necessità di sviluppare una maggior diversificazione del capitale di rischio del Paese.
Oltre alla crescita del settore e degli investimenti, Di Camillo insiste sulla «diffusione di una cultura che valorizzi l’innovazione e l’imprenditorialità in Italia», in modo da «sbloccare risorse finanziarie e alimentare un circolo virtuoso essenziale per evitare che il Paese resti indietro in questa epoca di grandi cambiamenti».