L’analisi delle dichiarazioni dei redditi IRPEF e IVA italiane fa emergere dei trend interessanti che, crisi Covid a parte, evidenziano come a guadagnare di più siano i lavoratori autonomi (hanno dichiarato in media 52.980 euro lo scorso anno).
Il loro reddito medio risulta ben più più di quello degli imprenditori titolari di ditte individuali (fermi a quota 19.900 euro), che risultano a loro volta più “poveri” perfino dei lavoratori dipendenti (che guadagnano in media 20.720 euro), per non parlare dei pensionati (18.650 euro). In coda il reddito medio da partecipazione in società di persone e assimilate (16.450 euro).
Si tratta dei dati statistici sulle dichiarazioni fiscali relative all’anno d’imposta 2020 delle persone fisiche. Il reddito medio di imprenditori e lavoratori autonomi è stato calcolato dal MEF con riferimento ai soli contribuenti che non hanno dichiarato perdite.
Per quanto riguarda le ditte individuali, dalle dichiarazioni è emerso un reddito medio pari a 38.090 euro per gli imprenditori in contabilità ordinaria e 17.960 euro per gli imprenditori in contabilità semplificata. Il tutto, al netto delle quote attribuite ai familiari collaboratori.
Nell’anno della crisi Covid, ovviamente, tutte le categorie di contribuenti hanno riscontrato una flessione (ad eccezione del reddito medio da pensione, cresciuto del 2%):
- -11 redditi d’impresa,
- -10% redditi da partecipazione,
- -8,6% redditi da lavoro autonomo,
- -1,6% redditi da lavoro dipendente.
Rispetto al totale dichiarato, la quota relativa al lavoro dipendente sia risultata pari al 53% e quella relativa ai redditi da pensione al 31%.
L’analisi territoriale evidenzia come la Ragione con il maggior reddito medio complessivo sia sempre la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770 euro). Fanalino di coda è la Calabria (15.630 euro).