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Precoci quota 41, pensione per pochi

di Noemi Ricci

Pubblicato 18 Ottobre 2016
Aggiornato 20 Febbraio 2017 11:46

Le anticipazioni sulla pensione anticipata dei lavoratori precoci con quota 41 contenute nella Legge di Stabilità: guida ai requisiti.

Con la Legge di Stabilità 2017 sono in arrivo novità sul fronte pensioni, soprattutto in termini di flessibilità di uscita (pensione anticipata) dal mondo del lavoro: circa 35.000 lavoratori all’anno rientreranno nell’APE sociale, secondo le stime anticipate dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, mentre i precoci che potranno uscire dopo 41 anni saranno circa 25.000 all’anno.

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Si tratta dei lavoratori precoci, ovvero che hanno iniziato a lavorare almeno a 18 anni e che, secondo le anticipazioni sulla Legge di Bilancio, potranno uscire da lavoro a quota 41 (anni di contributi) a patto che almeno 12 mesi, anche non continuativi, siano stati versati prima dei 19 anni di età e rientrino in una della seguenti tre categorie di lavoratori:

  • disoccupati al termine della fruizione degli ammortizzatori sociali;
  • condizioni di salute che determinano una disabilità;
  • occupati in alcune attività particolarmente gravose che saranno individuate dal provvedimento definitivo.

Probabilmente oltre a queste tre categorie verrà inserita anche una quarta categoria costituita dai lavoratori che assistono un parente con disabilità grave convivente.

A queste stringenti condizioni, i precoci potranno beneficiare dell’annullamento delle attuali penalizzazioni in caso di pensione anticipata, ovvero uscita dal mondo del lavoro prima di aver compiuto i 62 anni di età.

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Nannincini risponde alle critiche sollevate dalla Cgil dichiarando che:

«Sulla previdenza ci saranno 7 miliardi, quindi più dei 6 annunciati. E anche la Cgil condivide sei misure: cumulo, precoci, usuranti, penalizzazioni, 14esima, no tax area, mentre esprime riserve su due, APE e APE sociale. Se decidesse di parlare solo di queste due, le motivazioni sarebbero politiche più che di contenuto. Abbiamo dato risposte promuovendo equità e flessibilità, senza mettere a repentaglio i conti pubblici».

«Secondo la Corte dei Conti, gli interventi sulle pensioni hanno dato risparmi per oltre 30 miliardi all’anno. Usarne 2,5 per aiutare chi è in condizioni di bisogno e introdurre un elemento di flessibilità non toglie nulla ai giovani. E per loro ci sono interventi su decontribuzione, produttività, formazione, accesso all’università, partite Iva e cumulo gratuito. Oltre alla parte più innovativa del verbale coi sindacati, l’ipotesi di pensione contributiva di garanzia, su cui dobbiamo avviare subito una discussione».