Anziani: nuovo assegno di assistenza dal 2025

di Anna Fabi

Pubblicato 25 Gennaio 2024
Aggiornato 15 Marzo 2024 06:57

Decreto Anziani: dal 2025 un assegno unico ai non autosufficienti, integrativo dell'indennità di accompagnamento per la cura e l'assistenza domiciliare.

Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto legislativo attuativo delle prime misure previste dalla legge delega per la riforma del welfare pubblico a tutela delle persone anziane non autosufficienti, prevista anche dal PNRR.

Nell’ambito del Patto per la Terza Età, il CdM ha dato il via libera allo schema di decreto legislativo con le nuove politiche in favore delle persone anziane, in attuazione degli articoli 3,4 e 5 della delega (legge 23 marzo 2023, n. 33).

Ad anticiparne le misure in conferenza stampa è stata il Viceministro al Lavoro, Maria Teresa Bellucci.

Decreto Anziani: al via le prime misure

Il provvedimento recante “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane” ha recepito molte delle indicazioni di Terzo Settore e delle categorie professionali di riferimento., prevedendo che la delega fosse esercitata entro il 31 gennaio 2024 in una serie di ambiti operativi. Da qui l’approvazione odierna delle prime misure previste.

La legge delega prevede, in via e progressiva  l’introduzione di una prestazione universale (una sorta di Assegno Unico) pensato per gli invalidi anziani, si integrerà all’indennità di accompagnamento (articolo 1, legge 17/1980) e alle prestazioni connesse (articolo 1, comma 164, legge 234/2021).

Assegno di assistenza per over 80 a basso ISEE

Si comincia per gradi. In via sperimentale dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, è istituita una prestazione per over 80 non autosufficienti con un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un ISEE sotto 6.000 euro.

L’importo della prestazione prevede una quota integrativa definita “assegno di assistenza“. che si somma alla classica  indennità di accompagnamento (ad oggi pari a 531,76 euro).

In tutto si potrà dunque arrivare a 1.380 euro euro al mese.

La quota integrativa si potrà usare per pagare il lavoro di cura e assistenza svolto da colf e badanti, ma anche l’acquisto di servizi forniti da imprese qualificate.

Cos’altro prevede il Patto per la Terza età

La legge delega impegna il Governo ad adottare misure per l’invecchiamento attivo, l’autonomia e la prevenzione delle fragilità, anche attraverso la revisione dell’assistenza domiciliare e il riconoscimento di cure palliative. Si prevede inoltre la possibilità di convertire in denaro e servizi assistenziali alcune delle attuali prestazioni riservate alle persone non autosufficienti.

Grazie all’istituzione di Punti Unici di Accesso (PUA) sul territorio, si potrà effettuare una valutazione univoca del soggetto da tutelare e definire un Progetto assistenziale individualizzato (PAI), che fornisca le indicazioni sulle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali necessarie. Prevista anche un’integrazione dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) e del servizio di assistenza domiciliare (Sad), con interventi anche a favore dei caregiver familiari.

Tra gli altri ambiti della delega troviamo anche l’analisi e il riordino delle agevolazioni contributive e fiscali per i caregiver familiari.

Cosa prevede il nuovo decreto legislativo

Lo schema di decreto legislativo approvato in Consiglio dei Ministri introduce disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione degli articoli 3, 4 e 5 della legge 33/2023.

Il testo prevede misure per prevenirne la fragilità delle persone anziane e favorirne l’invecchiamento attivo.Tra le varie iniziative:

  • si promuovono strumenti di sanità preventiva e di telemedicina a domicili,
  • si introducono misure per contrastare isolamento e favorire il turismo lento o l’impiego in organizzazioni di volontariato e di formazione,
  • si sostiene il ricorso a nuove forme di domiciliarità, coabitazione solidale domiciliare e  intergenerazionale,
  • si promuove la mobilità degli anziani in ambito dei servizi di trasporto pubblico locale,
  • si introducono disposizioni in materia di alfabetizzazione informatica e di facilitazione digitale.

Nell’ambito dei punti unici di accesso (PUA) è assicurata la possibilità di ottenere la “Valutazione multidimensionale unificata” (VMU) volta a favorire un pieno accesso agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari. In materia, si provvede anche a riordinare gli interventi, aggiuntivi rispetto alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale.

Inoltre, si introducono:

  • offerta integrata di assistenza e cure domiciliari nell’ambito di specifici percorsi e di un progetto individuale;
  • servizi residenziali e semiresidenziali socioassistenziali e sociosanitari;
  • potenziamento delle reti locali delle cure palliative.

Dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, in via sperimentale e nel limite di spesa massimo pari a 300 milioni annui, si introduce la prestazione universale (PU) composta da una quota fissa monetaria e da una quota integrativa (“assegno di assistenza”) per acquisto di servizi e prestazioni assistenziali alle persone anziane non autosufficienti (destinata a sostituire progressivamente l’indennità di accompagnamento). I requisiti per ottenerla sono i seguenti:

  • età anagrafica di almeno 80 anni;
  • livello di bisogno assistenziale gravissimo, definito dall’INPS sulla base di determinati indicatori;
  • ISEE per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a euro 6.000.

La componente fissa monetaria corrisponde all’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili); la quota integrativa è di 850 euro mensili ed è finalizzata a pagare il lavoro di cura e assistenza svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi per il lavoro di cura e assistenza.