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Pensione anticipata per lavoratori fragili: in stallo le proposte

di Noemi Ricci

9 Luglio 2021 10:00

Riforma pensioni: le proposte di anticipo pensionistico avanzate da INPS e Sindacati per lavoratori fragili, caregiver e disoccupati.

In merito alla prossima Riforma delle pensioni continuano a susseguirsi proposte, per lo più finalizzate a garantire flessibilità in uscita, quindi con particolare riferimento alle opzioni di pensione anticipata, tra le quali ricordiamo che dal 2022 non ci sarà più Quota 100. Alcune riguardano particolari categorie, ad esempio i lavoratori fragili come, tra gli altri, immunodepressi e malati oncologici. Vediamo quali agevolazioni previdenziali si ipotizzano per questi lavoratori.

=> Proposte del Governo per la riforma pensioni 2021-2022

Lavoratori fragili e pensione anticipata

Le proposte delle sigle sindacali per la riforma pensioni, oltre a prevedere un abbassamento di 5 anni per la pensione di vecchiaia e la possibilità per tutti di ritirarsi con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, vertono anche su un rafforzamento delle tutele per i lavoratori fragili con il ricorso a una pensione di garanzia per le carriere discontinue e con l’estensione dell’APe sociale e della platea dei lavori usuranti e gravosi. Anche il presidente dell’INPS ha rimarcato la necessità di garantire uno scivolo pensionistico per i fragili, nonché per i disoccupati espulsi dalla crisi pandemica. Si tratta di due forme diverse di svantaggio: una legata a condizioni di salute; l’altra a situazioni economiche e alle difficoltà di reinserimento, soprattutto se prossimi alla pensione o licenziati per effetto della pandemia:

meglio una uscita anticipata per i lavoratori fragili piuttosto che vedere persone di 63 anni costrette a stare in NASpI.

In particolare, si propone di offrire ai lavoratori fragili, compresi coloro che hanno familiari a carico malati (caregiver), tutele previdenziali simili a quelle già previste per disoccupati, precoci e invalidi. Utilizzando i fondi di solidarietà, quindi senza oneri aggiuntivi per le Casse dello Stato, si potrebbe garantire ai lavoratori fragili la pensione a 63 anni. Infine, si propone di prevedere delle particolari tutele per i lavoratori fragili che hanno più di 55 anni e che sono affetti da patologie croniche, da più patologie o stati di immunodepressione congenita o acquisita. La platea stimata dall’INPS non è molto ampia, sicuramente sarebbe molto meno numerosa di quella che finora ha aderito a Quota 100.