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ITU: Banda larga e digital divide nel 2012

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 14 Maggio 2012
Aggiornato 4 Settembre 2013 12:45

Secondo l’ITU sono quasi 600 milioni gli abbonamenti alla banda larga nel mondo nel 2012, ma la penetrazione broadband, anche su Mobile, è ancora vittima di digital divide.

L’edizione 2012 del Report ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) sulla diffusione mondiale della banda larga registra il raddoppio delle connessioni broadband ed un numero di utenti che muove verso la soglia dei 600 milioni. Tuttavia, resta pervasiva l’incidenza del digital divide tra paesi, così come la diffusione frammentata sul territorio.

Diffusione della Banda Larga

Gli abbonamenti per l’accesso Internet a banda larga sono oggi 591 milioni, oltre il doppio rispetto a cinque anni fa, ma se la penetrazione è del 26% nei Paesi industrializzati, il valore scende ad un misero 4,8% per quelli in via di sviluppo.

Per capirsi, in Africa il costo di un abbonamento broadband vale tre volte il reddito medio pro capite mensile.

Social Network e Mobile

Il Rapporto ITU fotografa inoltre lo stato dell’arte dei social network, inteso come numero di utenti che utilizzano attivamente tale strumento di comunicazione.

Un fenomeno in aumento, non è una sorpresa: il suo valore si attesta a iinzio 2012 attorno al miliardo di utenti, con una particolare enfasi sulle connessioni mobile.

Digital divide Mobile

Torna tuttavia, anche nel caso delle connessioni Mobile, il tema del digital divide: nel 2011, solo l‘8,5% delle popolazioni in via di sviluppo aveva accesso a servizi mobili in grado di offrire una navigazione a banda larga.

Quasi la metà dei telefoni cellulari in grado di offrire una connessione a banda larga è attualmente utilizzata nei Paesi industrializzati, lasciando ai Paesi più poveri solo il 5% dell’utilizzo globale.

Al contempo, l’utilizzo sempre più massiccio di app e apparecchi mobile, quali i tablet, starebbe causando un flusso di dati talmente ampio da mettere duramente alla prova i network esistenti.

Occorrono inoltre misure più robuste per proteggere la proprietà intellettuale in rete e la privacy nei social network.