La rivoluzione ICANN dei domini costa troppo per le Pmi

di Filippo Vendrame

Pubblicato 21 Giugno 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

Internet si appresta a vivere una delle sue più grandi rivoluzioni, lo abbiamo letto ieri. L’ente preposto a gestire l’assegnazione degli indirizzi IP e dei nomi a dominio di primo livello, l’ICANN, ha detto sì: le imprese private (ma anche quelle pubbliche e i privati cittadini) potranno utilizzare il proprio nome come suffisso del proprio dominio.
In altri termini, chi vorrà  registrare il proprio dominio aziendale (imprese, gruppi, marchi…) non dovrà  limitarsi scegliere solo tra i classici .com o .net ma potrà  utilizzare il proprio nome (.nomeazienda).

La rivoluzione partirà  dal 12 gennaio 2012: da quella data (e fino ad aprile 2012), si potranno formulare le prime richieste, che verranno poi attentamente valutate. Peccato che, visti i costi, le Pmi saranno tagliate fuori.

Potenzialmente, infatti, ogni azienda potrebbe registrare il proprio nome, salvo ovviamente pareri negativi dell’ICANN. In ogni caso, però, registrare il proprio nome come dominio avrà  costi troppo alti, alla portata probabilmente di poche realtà .

Lo scopo di questa iniziativa è favorire il riconoscimento di un brand e di valorizzare i marchi e le aziende di un certo tipo, quelle di grandi dimensioni possiamo dunque affermare. E da questo punto di vista le grandi aziende multinazionali non avranno problemi a spendere 185mila dollari per la richiesta di registrazione e i 25mila dollari l’anno per il mantenimento del dominio.

Le maggiori ripercussioni saranno a carico del popolo della rete, che dovrà  in qualche modo abituarsi a un nuovo modo di concepire Internet con nuovi domini, tutti assolutamente non standard. Ma questo passaggio è comunque ancora molto lontano e purtroppo decisamente troppo selettivo.

Solo chi ha già  tanti soldi potrà  farsi la migliore pubblicità .
Molto poco in stile Web 2.0.