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Piano Impresa 4.0: risultati del 2017 e linee guida 2018

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Settembre 2017
Aggiornato 18 Aprile 2021 07:12

Gli incentivi stimolano gli investimenti delle imprese ma non gli ingressi nel capitale di PMI e Startup innovative, novità sulla formazione: il Piano Impresa 4.0.

Gli investimenti delle imprese in sono aumentati del 9% nel primo semestre, con punte dell’11,6% per i macchinari, buoni i dati sugli ordini di agosto, la tendenza degli ordinativi dei primi 8 mesi dell’anno è ai massimi dal 2010, incremento della spesa in ricerca e sviluppo delle imprese: sono i risultati maggiormente positivi messi a segno grazie alle misure dal Piano Industria 4.0, secondo i dati presentati dal Governo. Sotto le attese, invece, la parte relativa agli investimenti del capitale delle imprese innovative, con un +2% anno su anno, in forte ritardo l’attuazione dei competence center, per i quali si attende ancora il bando (previsto entro fine anno).

=> Industria 4.0, Italia impreparata

Si tratta di numeri che rappresentano il risultato delle misure inserite nella manovra 2017 (in particolare super e iper ammortamento, Nuova Sabatini, credito d’imposta ricerca e sviluppo), e un nuovo punto di partenza per le linee guida 2018, sempre nell’ambito del Piano Industria 4.0: in vista, come è noto, c’è un nuovo pacchetto di misure da inserire in legge di Stabilità, che si concentreranno soprattutto su lavoro e formazione.

Sono tre i filoni fondamentali che riguardano la formazione: l’istruzione delle nuove generazioni (e qui ci sono già indicazinoi nel piano 2017, in particolare con il potenziamento dell’educazione tecnico scientifica, l’apprendistato duale), le misure per i NEET (come il piano Garanzia Giovani), e infine l’aggiornamento on the job, per coloro che sono nel mondo del lavoro e rischiano di avere competenze già obsolete. E’ su questo terzo fronte che si concentreranno le misure della manovra 2018 (in particolare, un nuovo credito d’imposta sulla formazione). Anche sulla base di una considerazione di fondo: la preparazione digitale della forza lavoro italiana è indietro rispetto al resto d’Europa.

Secondo i dati Eurostat, solo il 29% della forza lavoro ha competenze digitali elevate, contro il 50% del Regno Unito e dati superiori al 30% in Germania, Spagna, Francia e nella media dell’Europa a 28. E’ invece più alto il numero di chi ha competenze medie o basse.

Fra le misure previste per il biennio 2018-2019, c’è il potenziamento degli ITS, gli istituti tecnici superiori, con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli studenti entro il 2020. Una misura che riceve il plauso di Marco Taisch, docente della School of Management del Politecnico di Milano e co-responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0, secondo il quale l’annunciata riforma degli ITS è un’ottima notizia perché «abbiamo bisogno di tecnici per cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale».

tabella digitalizzazione lavoro

Altrettanto giusta, secondo il docente, «la misura del credito di imposta sulla formazione: un incentivo per lo sviluppo di competenze è quello che serve a completare il Piano Nazionale, che prevede già incentivi agli investimenti tecnologici». Anche qui, al momento i dati italiani non sono incoraggianti: la partecipazione di lavoratori a corsi di formazione è pari all’8,3%, contro una media europea del 10,3% e le punte dei paesi scandinavi sopra il 25%.

Un dato interessante su questo fronte è rappresentato dalla Germania, uno dei paesi più avanti sul fronte delle politiche per Industria 4.0, che però come livello di formazione on the job ha un risultato simile a quello italiano, poco sopra l’8%. Da sottolineare però che la Germania ha un rodato sistema duale, per cui è molto avanti sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro, ed è uno dei paesi del mondo in cui l’Industria 4.0 non è più un progetto sulla carta, ma una realtà in fase relativamente avanzata.

industria 4.0 formazione

I punti fondamentali delle prossime politiche su Industria 4. ruoteranno quindi intorno al lavoro che cambia e alla necessità di formare le nuove professionalità e aggiornare le competenze digitali dei lavoratori italiani, in un’ottica di multidisciplinarità testimoniata dalle modalità con la la relazione è stata presentata a Montecitorio da ben quattro ministri: Carlo Calenda (Sviluppo economico), Pier Carlo Padoan (Economia), Giuliano Poletti (lavoro) e Valeria Fedeli (Istruzione).

La presentazione è stata preceduta dalla Cabina di Regia su Industria 4,0, che coinvolge anche imprese, sindacati e mondo accademico. «Ora non bisogna abbassare la guardia – conclude Taisch -, anche altri Paesi stanno avviando programmi di rinnovamento di grande importanza, ma con il Piano italiano Industria 4.0 l’Italia è sulla strada giusta».

sullo stato di attuazione del piano