Risparmiare energia nei Pc aziendali

di Francesco Abeni

27 Novembre 2008 09:00

Dalle stampanti ai monitor ai Pc: quali tecniche si possono utilizzare per risparmiare energia nella rete azienda di una piccola e media impresa

In un precedente articolo, abbiamo introdotto il concetto di risparmio energetico, spiegando perché è importante, definendo i termini fondamentali, e illustrando come coinvolgere gli utenti per creare una cultura di risparmio, che consenta di ottenere risultati costanti.

In questo secondo articolo continueremo a focalizzarci sulle postazioni desktop, ma ci occuperemo di come sfruttare le tecnologie esistenti per aumentare il risparmio, senza la necessità di modificare ulteriormente le abitudini degli utenti o introdurre apparati e software aggiuntivi.

Infatti, ormai quasi tutti i dispositivi informatici – e in particolare i monitor e i PC – contengono funzionalità di risparmio energetico automatizzato. Non dovremo fare altro che saperlo, e attivare tale funzionalità.

Stampanti

Le stampanti laser consumano molta energia. Specialmente in fase di stampa, hanno un notevole assorbimento; tanto è vero che si consiglia di non attaccarle ai gruppi di continuità per i nostri desktop perché c’è il rischio che superino il carico disponibile e facciano saltare gli altri apparecchi collegati.

Ma il consumo resta alto anche durante la fase di standby. Diamo un’occhiata ai consumi tipici, di alcune stampanti:

Tipo di stampante
In stampa
Inattiva

Stampante a getto d’inchiostro
10 W
3 W

Stampante ad aghi
50 W
25 W

Stampante laser
300 W
150 W

Come si può vedere, il consumo nella fase inattiva rimane comunque piuttosto alto, equiparabile a quello di un PC.

Fortunatamente, la maggior parte delle stampanti laser ha la funzionalità di entrare in modalità basso consumo dopo un certo periodo di inattività. Il consumo in standby può scendere fino al 5% del consumo normale, quindi ricompensa ampiamente di quella decina di secondi che impiega la stampante a ritornare al suo stato di completa efficienza.

Peraltro, il "risveglio" è automatico: la stampante si riattiva automaticamente quando gli inviamo un documento. Quindi, se ci abituiamo ad aspettare mezzo minuto prima di alzarci a ritirare il foglio stampato, l’intero processo di ""standby – risveglio – stampa" potrebbe passarci del tutto inosservato e quindi non causarci nessuna differenza operativa.

Solitamente questa funzione è configurabile dal pannellino di configurazione incluso nella stampante stessa oppure dal programma di controllo installato sul PC. Se non lo trovate, cercate nel manuale, chiedete a chi ve l’ha venduta e installata, o contattate direttamente il produttore per ulteriori spiegazioni.

I monitor

I monitor sono una parte rilevante del consumo energetico, e il loro utilizzo deve essere oggetto di particolare attenzione se si vuole attivare una strategia di risparmio sensata. Sono purtroppo diffuse informazioni poco chiare o completamente sbagliate sull’effettivo consumo dei monitor. Quindi, a mano a mano che suggeriremo i modi corretti, sfateremo anche qualche mito.

Sfondo nero

Il fatto di avere degli sfondi neri per le proprie applicazioni consente un risparmio energetico rilevante solo sui monitor CRT. Su tali monitor risulta infatti del 25% circa, mentre sugli LCD è solo del 5%. Utile, certo, ma forse non sufficiente per rifare siti e applicazioni con uno sfondo nero, a scapito della leggibilità.

Lo scarso risparmio sui monitor LCD nasce dal fatto che questi monitor si basano sulla retroilluminazione, quindi su una lampada sempre accesa che punta sui cristalli liquidi, i quali formano i colori che vediamo sullo schermo. In questa tecnologia, il nero è un colore come un altro: la lampada rimane accesa in ogni caso.

CRT e LCD

Il consumo dei monitor CRT è notevolmente superiore a quello degli LCD. A seconda della dimensione, un CRT consuma da 3 a 5 volte l’energia di un LCD. Per cui, se avete ancora molti CRT, è senz’altro il caso di pensare a una graduale sostituzione dei vostri monitor.

Screen saver

Uno screen saver NON risparmia energia. Lo screen saver nasce originariamente come strumento per evitare che un’immagine sempre fissa finisse con il "bruciare" i pixel di un monitori CRT monocromatico rendendolo inutilizzabile. Sono ormai molti anni che lo screen saver non serve più a questo scopo, ma è rimasto per motivi estetici e di privacy. Questa seconda funzionalità è resa ancora più evidente dal fatto che è possibile impostare la richiesta di una password per lo sblocco.

Anche scegliendo lo screen saver che si limita a visualizzare una pagina vuota non otterremo un grande risparmio energetico. Infatti, come già detto, sui moderni monitor LCD la retroilluminazione è sempre accesa, anche quando viene visualizzata una pagina nera.

Standby

Praticamente qualunque monitor possiede la funzionalità di standby, ovverosia di poter spegnere la retroilluminazione pur rimanendo acceso. Questa modalità entra automaticamente quando spegniamo il computer; ma è più interessante il fatto di poterla comandare tramite le opzioni di configurazione del risparmio energetico, facendo in modo di "spegnere" il monitor automaticamente dopo un certo periodo di inattività.

Il mio consiglio? Far spegnere il monitor dopo cinque minuti di inattività. È più che sufficiente, tanto al primo tocco del mouse o della tastiera il monitor si riaccende.

Se volete garantirvi una maggior privacy, potete anche impostare uno screen saver protetto da password che parta DOPO lo spegnimento del monitor, ad esempio dopo quindici minuti di inattività. Tuttavia, vedremo in seguito come sia possibile a quel punto intervenire direttamente su standby e spegnimento del PC vero e proprio.

I PC: standy e ibernazione

Standby

Si parla di standby quando il PC va in modalità basso consumo. I dischi smettono di girare, le schede di rete e schede video vengono spente, e così via. Questa modalità non interrompe del tutto la corrente, perché la RAM deve rimanere alimentata e conservare i dati. Per farci capire, se un portatile viene messo in standby e staccato dall’alimentazione, continua a consumare energia; se stacchiamo la batteria, le informazioni sulla sessione attuale vengono perse.

A volte questa tecnica viene chiamata "suspend-to-ram", proprio perché la RAM rimane accesa conservando lo stato del PC, mentre tutto il resto viene spento.

Lo stand-by ha il vantaggio di essere immediato. Il passaggio dalla modalità operativa a quella di basso consumo e viceversa è questione di pochi secondi, quindi si può applicare molte volte durante la giornata. Ci fermiamo per una pausa? Per una serie di telefonate? Per consultarci con un collega? Probabilmente non ce ne accorgiamo nemmeno, ma il nostro sistema rimane inattivo per un tempo significativo; ed è tutto tempo che potrebbe passare in standby.

È possibile attivare a mano la modalità standy, ma si può anche automatizzare il passaggio al basso consumo dopo un certo periodo di inattività. Calcolando che la modalità standby permette un risparmio energetico del 90%, e supponendo di riuscire ad attivarla anche solo per un 20% giornaliero di inattività, possiamo contare su un risparmio energetico fisso del 18% su ogni postazione.

Ibernazione

Si parla di ibernazione quando il PC salva il contenuto della RAM sul disco, e poi si spegne. A quel punto il PC non sta più consumando corrente. Se mettiamo un portatile in ibernazione e lo stacchiamo dall’alimentazione, può rimanere così per sempre: se stacchiamo la batteria e poi la rimettiamo, le informazioni sulla sessione rimangono disponibili).

Questa tecnica è chiamata anche "suspend-to-disk" proprio perché tutto viene salvato sul disco fisso, che conserva le proprie informazioni anche quando non è alimentato.

L’ibernazione ha il vantaggio di non consumare davvero nulla, tranne una minima dispersione (inevitabile fintanto che il PC rimane attaccato alla corrente). Quindi il risparmio è vicino al 100%. Tuttavia, il tempo di risveglio si misura in qualche decina di secondi, quindi è il caso di ibernare il PC solo quando sappiamo che avremo tempo per "riaccenderlo"; ad esempio quando andiamo in pausa pranzo, in riunione, o a lavorare temporaneamente su un’altra postazione, e sappiamo che staremo via almeno un’ora.

Come per lo standby, è possibile attivare a mano la sospensione, ma anche automatizzarla dopo un certo periodo di inattività.

Quale dei due?

La soluzione migliore è un uso combinato delle due tecniche

Innanzitutto andrebbe abilitato lo standby a qualunque postazione desktop che lo supporti, facendo in modo che il PC entri in modalità basso consumo dopo dieci minuti di inattività. La riaccensione è praticamente immediata, quindi non comporta problemi di operatività.

L’ibernazione andrebbe applicata invece dopo un periodo più lungo, diciamo dopo trenta minuti di inattività. In questo modo, se siamo andati in pausa pranzo e non ci siamo ricordati di spegnere o ibernare a mano, il PC ci aiuterà a risparmiare un po’ di energia.

Infine, il consiglio più importante. È possibile assegnare al pulsante di accensione del PC la funzione di standby o di ibernazione, anzichè quella di spegnimento del sistema. Per ogni PC, andrebbe valutata quale delle due modalità ricorre più spesso e associarla al pulsante, così che l’utente stesso possa attivarla senza bisogno di aspettare i dieci o trenta minuti di inattività del PC.