Le indiscrezioni ormai si rincorrono da diverse settimane, e di volta in volta si arricchiscono di nuovi particolari. L’ultimo riguarda un gruppo di investitori che avrebbe preso contatto con Jack Ma, fondatore di Alibaba Group, per sondare il suo interesse a prendere parte a una possibile offerta congiunta per Yahoo.
A riferirlo è Reuters, citando una fonte vicina alla situazione, mentre domenica scorsa era stato il Wall Street Journal a riaccendere i riflettori sul motore di ricerca, parlando di un interesse di Aol.
Tutte voci, pur autorevoli, non ci sono notizie ufficiali. Anzi, ci sono anche fonti secondo le quali Yahoo non ha trattative in corso e non ha ricevuto proposte. Comunque sia, ci sono elementi che si incastrano relativamente bene, o quantomeno non si escludono l’un l’altro.
Partiamo dall’ipotesi Aol. Lo stesso Wall Street Journal specifica che l’azienda americana non ha avanzato alcuna proposta ufficiale, semplicemente i consulenti avrebbero presentato una serie di proposte per un possibile accordo con la internet company. Fra queste, c’è l’idea di una fusione fra le attività online delle due società, con lo scorporo delle attività asiatiche di Yahoo, allo scopo di remunerare gli azionisti. Ma ci sarebbe anche una seconda ipotesi, che prevede una società di private equity che acquisti una quota nell’operazione congiunta.
Come si vede, i preziosi asset asiatici sono un punto centrale. E qui veniamo all’ultimo rumor, relativo ai contatti con Alibaba, che è partecipata al 40% dalla stessa Yahoo ed è la più grossa società di e-commerce cinese. Non è chiaro se questo eventuale deal possa essere in qualche modo collegato alle voci girate circa un mese or sono secondo cui diverse società di private equity avrebbero contattato alcune aziende attive su Internet o nel settore media per valutare un eventuale interesse per il motore di ricerca.
Secondo questa ipotesi, fra le società contattate ci sarebbe stata anche Aol, oltre per esempio alla Newscorp di Rupert Murdoch. E anche in questo caso, sarebbe stata prevista la vendita degli asset asiatici, che oltre ad Alibaba comprendono Yahoo Japan.
Districarsi fra questa ridda di indiscrezioni, come sempre accade in questi casi, è molto arduo, per non dire impossibile. Certo è che l’interesse intorno a Yahoo è molto alto. Il secondo motore di ricerca americano, che in borsa capitalizza circa 22 miliardi di dollari, è da qualche tempo in crisi di ricavi (ha recentemente annunciato un calo del fatturato trimestrale del 26%), soffre la concorrenza dei social network ed è impegnato in una ridefinizione delle strategie.