Cresce il numero di navigatori di internet, ma diminuisce il tempo trascorso sul web. Sono i principali dati dell’analisi mensile di Audiweb sull’utenza della rete in Italia. Un report che assume una particolare importanza in un momento che vede la rete al centro di grandi eventi internazionali, di diversa natura. Da una parte, il G8 di Internet voluto dal presidente francese Sarkozy che si è appena tenuto a Parigi, con i big del settore. Dall’altra, l’importanza che l’utilizzo della rete e dei social network ha avuto, ad esempio, nelle rivolte nordafricane. A questo proprosito, c’è una notizia di oggi: l’Egitto ha stabilito una supermulta all’ex presidente Hosni Mubarak, all’ex ministro dell’Interno Habib al-Adly e all’ex capo del governo Ahmed Nazif, per un toale di oltre 60 milioni di euro.
Iniziamo con il rapporto Audiweb, che fotografa la situazione italiana. In aprile gli utenti della rete hanno raggiunto quota 26,6 milioni, con un progresso del +12,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il numero degli uomini è cresciuto del 12,5%, un pò più rispetto a quello delle donne, +11,2%, ma come si vede la differenza è tutto sommato bassa. Gli uomini restano comunque più numerosi delle donne, 7,4 milioni contro 5,6. A registrare l’incremento più vistoso sono le bambine fra i 2 e gli 11 anni, +30,9%.
Sono aumentati anche gli utenti unici rispetto al mese prima, il marzo 2011, +694mila unità. Ma i navigatori passano meno tempo online. I 13 milioni di utenti attivi nel giorno medio, passano in rete un’ora e 18 minuti, consultando 158 pagine a persona. Un anno prima, trascorrevano un’ora e 36 minuti consultando 174 pagine. Dunque, il tempo medio in rete è diminuito del -18,6%, il numero delle pagine viste del -9,3%.
La fascia oraria più frequentata resta quella fra le 15 e le 18, ma tendenzialmente la rete è molto utilizzata (sopra le 300mila pagine viste) dalle 9 del mattino alla mezzanotte. Quanto alla distribuzione geografica, Internet è più diffuso al Sud, 31% di utenti attivi nel giorno medio, seguito dal Nord Ovest, 30%, mentre al Centro e al Nord Est la percentuale cala al 17%.
Vale la pena di fare alcune considerazioni, come accennato, sull’importanza che la diffusione della rete sta assumendo a livello internazionale. Da sottolineare che una delle critiche rivolte al recente vertice parigino da più parti è stata quella di aver coinvolto i grandi protagonisti della rete sul fronte aziendale (c’erano tutti i big, da Google a Microsoft a Amazon a Facebook) ma non il “popolo della rete”.
Fra l’altro, se c’è una caratteristica di internet è quella di consentire la partecipazione diffusa (e gli strumenti online vengono ormai utilizzati anche in occasione fino a pochi anni fa riservata e ristrettissime elite, come il meeting del World Ecoomic Forum a Davos, in Svizzera).
La centralità della rete e dei social network nei grandi eventi mondiali, a partire dalle rivolte in Nord Africa, è un altro nuovo tema dell’agenda internazionale (sottolineato, fra l’altro, dal Rapporto 2011 di Amnesty International e dalle Nazioni Unite).
È in questo clima che si può leggere il progetto iraniano (ne ha parlato nei giorni scorsi il Wall Street Journal) di creare una propria rete nazionale, in alternativa a quella globale, che avrebbe l’effetto di separare e quindi isolare gli utenti del paese dal resto del mondo. Teheran ha annunciato che presto questa rete sarà collegata al 60% dei cittadini e che nel giro di due anni raggiungerà l’intero paese.
La notizia che arriva dall’Egitto, invece, sembra di segno opposto. Il nuovo governo egiziano ha stabilito la maximulta (come detto, oltre 60 milioni di euro) a Mubarak e all’ormai ex esecutivo, stimando i danni all’economia nazionale provoati dal black out delle telecomunicazioni deciso dall’ex presidente nei giorni della rivolta con il taglio dei collegamenti internet e telefonici. Pari a 30 milioni di dollari, 23 mln di euro, la parte della sanzione per il solo Mubarak.