Arriva dall’Italia l’ultima innovazione in materia di carte di credito e nasce da un bancomat clonato, ironia della sorte. La mente è Fabrizio Borracci, ex dipendente di un’agenzia di servizi automobilistici, oggi presidente 40enne di Card Tech. Nel 2004, quando si accorse che al suo conto mancavano dei soldi, Borracci iniziò a studiare un sistema per tutelarsi dal furto di dati e identità.
La chiave fu individuata nella biometria, vale a dire utilizzare l’impronta digitale, unica per ciascun individuo, per attivare la funzionalità della carta. Nessun pin da memorizzare dunque, solo un pollice da strisciare sulla Pinkey Smart per attivare il led di funzionamento e abilitare la carta a tutte le operazioni. Un particolare sensore ricostruisce l’impronta e la invia al chip per la verifica. Per evitare di essere ingannato da riproduzioni artificiali, il sensore è in grado di riconoscere anche il calore umano.
Il prototipo è già pronto e basterebbe un aggiornamento software del circuito per funzionare a qualsiasi sportello bancomat e con tutti gli altri pos. Inoltre, accanto al chip, ci sono anche antennine con tecnologie Nfc/Rfid per il pagamento mobile contactless. Tuttavia arrivare a sviluppare il prototipo non è stato subito facile, soprattutto per le difficoltà di accesso ai finanziamenti ma un ruolo importante è stato quello svolto da Techno Seed, l’incubatore d’impresa del Parco Scientifico e tecnologico di Udine e da Friulia, la finanziaria della regione Friuli.
Il progetto, avviato da un ingegnere elettronico brasiliano, è stato registrato in tutto il mondo ma Borracci vorrebbe proporlo inizialmente in esclusiva alle banche italiane che dovrebbero investire solo sui costi di sostituzione della carta. Tra i primi mercati individuati dal suo creatore c’è la Pubblica Amministrazione, per le card sanitarie e le card d’identità elettroniche.
Nell’attesa Borracci ha intanto lanciato Pinkey Touch, dispositivo per pagamenti mobili (via pc) già acquistato da Francia, Spagna e Cile, in linea con un mercato in evoluzione e che, stando all’inchiesta della società statunitense Aite Group, nel giro dei prossimi 12-28 mesi vedrà una diffusione sempre maggiore degli smartphone e del mobile banking. Chissà se il cambiamento coinvolgerà così rapidamente anche l’Italia, il paese che vanta il maggior uso di contante in Europa.