Il 16 gennaio 2014 potrebbe segnare il termine ultimo per pagare quella che è stata definita come mini-Imu, un?integrazione della tassa sulla prima casa reintrodotta dal Governo con lo stesso Decreto 133/2013 che ha abolito la seconda rata dell?imposta per l?abitazione principale.
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L?estensione dell?Imu in scadenza a metà gennaio, in concomitanza con la prima rata della nuova Iuc, dovrà essere versata solo nei Comuni che per il 2013 hanno stabilito un?aliquota superiore allo 0,4%: i contribuenti sono chiamati a versare il 40% della maggiorazione mentre sarà lo Stato ad accollarsi la somma restante.
Il decreto potrebbe ancora essere variato, tuttavia allo stato attuale sono già quasi 3mila i Comuni che probabilmente dovranno riscuotere la mini-tassa da parte dei cittadini (l?elenco finale sarà noto solo dopo il 5 dicembre, data entro la quale le amministrazioni locali devono pubblicare le delibere).
Oltre al malcontento dei Sindaci, a farsi portavoce delle proteste dei contribuenti è anche il Codacons: se l?introduzione della mini-Imu fosse confermato si tratterebbe di una «violazione del principio di correttezza, collaborazione e buona fede che dovrebbe esserci tra il contribuente e l?amministrazione finanziaria.»
Secondo l?Associazione: «Come già dimostrano numerose sentenze della Cassazione e come stabilito da una delle leggi più violate d?Italia, lo Statuto del contribuente (Legge 27 luglio 2000, n. 212), gli errori scusabili non sono punibili.»
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Tenendo conto della Legge n. 212/2000 (articolo 3), invece, anche la data del 16 gennaio 2014 stabilita attraverso il Decreto pubblicato il 30 novembre 2013 potrebbe rappresentare un?effettiva illegalità: «Le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore.»