ICT, nuove frontiere per la valorizzazione dei Beni Culturali

di Valentina Sacchetti

1 Aprile 2009 09:00

L'utilizzo delle nuove tecnologie per la salvaguardia del patrimonio artistico sta prendendo sempre più campo, sotto tutti i punti di vista: la tutela, l'organizzazione di archivi attraverso basi di dati, la valorizzazione e la comunicazione

Le ICT hanno supportato e in qualche caso rivoluzionato il settore dei Beni Culturali. Se ne è parlato a TECHA 2008, il forum internazionale sulle tecnologie applicate ai beni culturali. Lo scopo è stato quello di far emergere quanto di meglio la ricerca offre per la salvaguardia del patrimonio culturale: dalla diagnostica al monitoraggio, dai nuovi materiali e alle metodologie di intervento sostenibili, dall’informatica alle tecnologie sostenibili. Il CNR ha coordinato, in particolare, il workshop dal titolo “Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione per i beni culturali”, contribuendo a favorire l’idea di bene culturale come assetto strategico da valorizzare nel quadro delle strategie di sviluppo economico e territoriale.

Un esempio nasce dal progetto del CNR “… si traccia la rotta camminando”, che dal 1992 interessa strumenti e metodologie operative. Le principali applicazioni sono: la gestione del patrimonio culturale, le attività di studio e di ricerca, la diagnostica dello stato di conservazione, il restauro, la divulgazione della rilevanza del nostro patrimonio culturale. È evidente che diverse attività sono tra loro correlate: un buon inventario di beni culturali per esempio, può diventare la base per un’attività di tutela. È necessaria quindi una buona gestione per conoscere quali sono i vari beni, le loro caratteristiche generali, la loro collocazione e il loro stato di manutenzione. Si tratta di applicazioni di Basi di Dati: tutti gli immobili e gli oggetti considerati devono essere “inventariati” e organizzati in modo opportuno.

C’è stato negli ultimi decenni, il tentativo di standardizzare le informazioni dell’inventario grazie al MiBAC. Alle difficoltà oggettive dell’operazione si sono aggiunte difficoltà di altra natura: una impostazione burocratica e centralistica, la confusione tra inventario e altre applicazioni. Pertanto, l’obiettivo di avere un inventario “ragionevole” del Patrimonio Culturale Italiano pubblico è ancora lontano. Il Comitato Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dell’Informazione del CNR ha proposto negli anni ’90 due successivi progetti: il progetto strategico “Conoscenza per Immagini: un’applicazione ai Beni Culturali” e il progetto MURST 5% “Multimedialità: un’applicazione ai Beni Culturali“.