Brunetta: vado avanti, ora riforma fiscale

di Alessandro Vinciarelli

21 Giugno 2011 11:00

Numerosi gli interventi del Ministro dell?ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione sui temi caldi per il governo: ?non mi fermo di fronte agli insulti».

Il Governo è in una situazione di delicato equilibrio, ma il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, crede nella maggioranza.

«Vado avanti comunque non mi fermo di fronte agli insulti, non mi fermo di fronte a nulla. Però sapere che la stragrande maggioranza del paese, non solo è dalla parte mia, ma dalla parte della modernizzazione e dalla parte di chi rischia tutti i giorni la propria attività, la propria vita, il proprio lavoro, fa bene al cuore. Fa bene a chi ha cominciato un’opera di cambiamento di modernizzazione avendo tutti i portatori di interesse contro tranne gli italiani».

Così dopo l’annuncio circa gli ottimi risultati del servizio Linea Amica, il servizio che mette in contatto i cittadini con le pubbliche amministrazioni attraverso un numero verde inaugurato nel 2009, il ministro continua nella sua attività politica.

«È partita un’onda di rilancio dell’azione della maggioranza e del Governo, che avrà al Senato con il discorso del presidente del Consiglio una sua prima tappa», così come importante sarà la tappa al Consiglio europeo «che sancirà le regole di comportamento dei vari dei Governi e vedrà l’Italia assolutamente coerente con gli impegni presi».

«Da dopo il Consiglio europeo ci sarà una sorta di mese del rilancio dell’azione di Governo, che dovrà contemplare contemporaneamente la manovra per il 2013-2014, ma anche la riforma fiscale, vale a dire l’avvio dell’approvazione della delega fiscale con la tempistica della stessa».

Qualche parola anche in merito alla richiesta di spostamento di alcuni ministeri al nord emersa ieri dall’atteso appuntamento di Pontida:«Non si sta parlando di trasferimento di ministeri: nella riforma del federalismo fiscale c’è una clausola che io ho voluto che dice che il federalismo dovrà realizzarsi senza incremento della pressione fiscale né della pressione dei pubblici dipendenti, che non si dovranno duplicare. Questo non succederà».