In aumento i luoghi di lavoro del “terzo tipo”

di Andrea Barbieri Carones

27 Ottobre 2011 10:30

Una ricerca internazionale rivela come sia in crescita l'abitudine di lavorare in altre sedi, oltre all'ufficio o alla propria casa.

Una ricerca effettuata a livello internazionale da ZZA Responsive User Environmentsha dato alcune informazioni sul lavoro flessibile in Italia e nel mondo. Il sondaggio, condotto attraverso 17.000 aziende di vari paesi interpellando i dipendenti, è arrivato a sfatare il mito per cui lavoro flessibile vuol dire lavorare da casa.

Lavorare presso “luoghi di lavoro del terzo tipo” – ovvero né in ufficio né da casa – è diventata una pratica comune a ogni livello. Questi “luoghi” sono solitamente business centre, club, biblioteche e aree più informali, come una caffetteria o un ristorante.  Inoltre, lo studio rivela che lavorare nei “luoghi di lavoro del terzo tipo” può portare un’ampia gamma di vantaggi, come un migliore equilibrio vita-lavoro, meno stress e maggiore produttività per il dipendente, nonché vantaggi economici, scalabilità e un risparmio in termini di immobili per le aziende, che non devono riservare aree ad hoc ai dipendenti.

Promosso dalla professoressa Ziona Strelitz, lo studio evidenzia che “le odierne condizioni tecnologiche, economiche e sociali così dinamiche creano molteplici opportunità per le persone e pongono nuove sfide per le organizzazioni. Attirare e conquistare talenti è una sfida fondamentale per le aziende. Il lavoro in luoghi terzi, oltre a migliorare la qualità della vita lavorativa, contribuisce a raggiungere questi obiettivi.”

Questa ricerca è stata sostenuta da Regus, uno dei principali fornitori al mondo di uffici flessibili.

Mark Dixon, amministratore delegato della società che ha condotto la ricerca, ha commentato dicendo che “Si tratta di uno studio indipendente molto importante, perché sottolinea quanto ormai sia diffusa la pratica del lavoro in luoghi terzi tra le aziende moderne.  Dal punto di vista commerciale, abbiamo assistito a un trend in crescita costante, ma lo studio dimostra come ormai la pratica del lavoro presso luoghi terzi sia prevalente, motivante e proficua.” 

Ma ecco, in dettaglio, gli aspetti princiapli della ricerca: 

·         Il 52% dei lavoratori presso luoghi terzi a livello globale utilizza i business centre per la totalità o parte del proprio orario lavorativo

·         Il 72% di tali utenti passa più di 3 giorni a settimana nel proprio business centre preferito o in un altro luogo terzo e il 70% degli utenti di business centre reputa questi luoghi più produttivi rispetto alle sedi più informali

·         Quello che è certo è che la maggioranza degli intervistati non ama lavorare da casa. Tutti infatti hanno dichiarato di voler lavorare insieme ad altre persone, essere motivati dalla sinergia e dagli obiettivi in comune con i colleghi, senza distrazioni e usufruendo di tecnologie e strutture non disponibili a casa, oltre che della libertà di concentrarsi sul lavoro in un ambiente professionale e non domestico.

·         Gli emigranti digitali, ovvero le persone che utilizzano di frequente i luoghi terzi, provengono da tutte le fasce d’età, infatti la ricerca non ha evidenziato alcuna correlazione tra l’utilizzo dei luoghi terzi e l’età

·         La possibilità di lavorare in un luogo vicino alla propria abitazione migliora radicalmente l’equilibrio vita-lavoro, la soddisfazione sul lavoro e la produttività delle persone. Il 73% degli intervistati ha indicato una sede di lavoro comoda come il principale vantaggio della scelta dei luoghi terzi.

·         La vicinanza a casa contribuisce a ridurre lo stress, evitare traffico e perdite di tempo negli spostamenti, oltre che a ridurre le emissioni di CO2.

·         Poiché le abitazioni sono disseminate su un territorio troppo vasto perché le organizzazioni possano disporre di strutture vicine a tutte, la strategia produttiva consiste nello sfruttare luoghi terzi professionali su base stabile e coordinata

·         Per le aziende, il lavoro in luoghi terzi si traduce in una riduzione degli investimenti immobiliari, consente un utilizzo flessibile delle strutture su richiesta, pur garantendo un’immagine aziendale altamente professionale