E’ on line il nuovo database, Adaptation Private Sector Initiative, promosso dal segretariato dell’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che descrive come le grandi aziende globali siano in grado di adattare il loro business agli effetti dei cambiamenti climatici.
I rischi connessi al clima hanno una incidenza anche sul buon andamento degli affari aziendali e mostrare i casi di successo di imprese nel mondo può aiutare a porre questo tema sempre di più all’ordine del giorno nel settore privato.
Nel 2011 il 90% delle catastrofi naturali occorse è ricollegabile alle trasformazioni climatiche. I devastanti disastri provocati dai fenomeni di prolungata siccità in Africa o dalle massicce inondazioni nel sud-est asiatico possono avere un impatto enorme sul funzionamento di molte aziende locali e globali che perciò hanno bisogno di non farsi trovare impreparate.
Nel database sono elencati più di 100 esempi di importanti società multinazionali come Microsoft, Coca-Cola, Levi’s, Nestlé e Starbucks che condividono strategie e si scambiano informazioni sulle migliori pratiche di adattamento da intraprendere per contenere danni o prevenire perdite continuando a rendere la loro attività profittevole.
Queste azioni sono svolte da una azienda o solitariamente o in partnership con altri soggetti interessati in diversi paesi e settori come la produzione di beni e servizi e la supply chain.
Levi Strauss & Co. è riuscita a ridurre il consumo di acqua nel prodotto finito da 42 a 1,5 litri per paio di jeans. Entergy Corporation invece dopo aver subito ingenti perdite a seguito degli uragani Katrina e Rita ha creato un gruppo e ideato un progetto interno per studiare e affrontare le implicazioni dei cambiamenti climatici nel medio e lungo termine.