Il consiglio di sorveglianza (CdS) di A2A, multiutility nata il 1° gennaio 2008 dalla fusione tra AEM SpA Milano e ASM SpA Brescia, dopo aver precedentemente stabilito la riduzione dei compensi dei suoi 15 consiglieri del 30% e del presidente e vice presidente del 50%, ha deliberato di tagliare nella misura del 34% il monte annuale dei compensi del consiglio di gestione (CdG).
Una decisione quest’ultima che è maturata in seguito alla proposta del Comitato di remunerazione, presieduto da Alessandro Berdini, con il compito di assistere, con funzioni istruttorie, consultive e propositive, il CdS nella definizione dei compensi del CdG, dei membri del CdS investiti di particolari cariche e nell’espressione del parere sugli schemi di incentivazione e fidelizzazione dei componenti del CdG, del personale dirigente del Gruppo, dei dipendenti o di gruppi di dipendenti.
Secondo quanto deliberato, gli stipendi dei componenti del consiglio digestione sono devoluti in quota fissa tranne che per il presidente, carica ricoperta attualmente da Graziano Tarantini, il quale avrà a disposizione anche una parte variabile collegata ai risultati del piano industriale.
Perciò l’emolumento annuale fisso dovuto alla presidenza CdG passa da700.000 a 600.000 euro con una riduzione del 14%, e la struttura dei compensi variabili potrà raggiungere un massimo annuale di 300 mila euro, in confronto ai 700 mila dello scorso anno, diminuendo di circa il 43 %. Altro importante aspetto è che la carica di presidente non prevede ulteriori emolumenti per cariche in cda di società controllate. Il vice presidente, d’altro canto, otterrà uno stipendio fisso di 160 mila euro, con un decremento di circa il 47% rispetto ai 300mila del 2011.
Il consiglio di sorveglianza ha infine deciso che le remunerazioni di tutti i consiglieri devono considerarsi omnicomprensive e, pertanto che qualsiasi altro emolumento derivante da eventuali cariche insocietà partecipate sia riversato interamente ad A2A.