La Germania del rigore e della sobrietà mette a segno un altro colpo che potrà fare scuola nell’immediato futuro. Si perché Deutsche Bank, grande istituto bancario tedesco, ha fatto entrare in vigore nuove regole più rigorose per quanto concerne i bonus da elargire ai suoi senior manager.
Per il ‘Financial Times’ queste nuove regole sarebbero applicate a quella parte di senior management proveniente da altri istituti bancari alla quale, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, non avendo più i bonus in azioni dei precedenti istituti bancari in cui aveva operato, veniva elargita una quota uguale in azioni dell’istituto di credito tedesco.
Con le nuove disposizioni, la banca tedesca può chiedere di ritornare in possesso di questo bonus in azioni concesso se il loro trasferimento ai senior manager non è stato compiuto pienamente e definitivamente.
Insomma, tutto sembra ruotare intorno alla cosiddetta remunerazione variabile. Tornando nel nostro Paese, la Banca d’Italia, in un bollettino di vigilanza dello scorso marzo, ha affrontato questo tema e ha chiesto a banche e gruppi bancari italiani che i sistemi di remunerazione e incentivazione fossero “coerenti con gli obiettivi aziendali di lungo periodo, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi e in linea con i livelli di capitale e di liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese. In particolare, le disposizioni – si leggeva nel bollettino di vigilanza – stabiliscono che l’ammontare complessivo della remunerazione variabile deve essere sostenibile rispetto alla situazione finanziaria della banca e non deve limitare la sua capacità di mantenere o raggiungere un adeguato livello di patrimonializzazione. Si ritiene quindi che la corretta applicazione delle suddette disposizioni debba comportare, nell’attuale fase congiunturale e, in particolare, nelle banche e nei gruppi bancari che presentano esigenze di rafforzamento o mantenimento del livello patrimoniale, un complessivo contenimento dei costi della remunerazione variabile, a vantaggio del profilo patrimoniale dell’intermediario”.