Per la ripartenza del turismo, le guide chiedono una normativa che valorizzi e tuteli questa professione. In occasione dell’audizione al Senato, Confguide – la Federazione aderente a Confcommercio – ha sottolineato la necessità di una figura unica per tutto il territorio nazionale, altamente qualificata, chiaramente riconoscibile e identificabile. Dal confronto, focalizzato sui disegni di legge di disciplina della professione di guida turistica, è emersa la richiesta di un percorso di accesso al titolo professionale e di certificazione delle competenze, introducendo la laurea magistrale quale requisito minimo, oltre alla conoscenza di una lingua straniera di livello C2.
L’accesso alla professione deve avvenire attraverso un esame di stato unico e in unica data, eventualmente articolato in più sedi regionali, che garantisca la medesima qualità professionale su tutto il territorio nazionale, a tutela innanzitutto del visitatore/consumatore – ha affermato la vicepresidente, Valeria Gerli.
Visto che per esercitare la professione serve una figura altamente qualificata, è necessario che la guida turistica dimostri oltre ad una solida cultura generale di base, anche la capacità di aggiornare e approfondire le proprie conoscenze.
L’esigenza è quindi quella di andare oltre l’obbligo di partecipazione a corsi di formazione regionali, ritenuti propedeutici all’esame di abilitazione per l’esercizio della professione, riconoscendo invece il percorso universitario come criterio di accesso valido per tutti, anche per le guide turistiche europee che operano stabilmente in Italia.