In attesa di conoscere i dettagli sul piano di rilancio del gruppo Chrysler, circolano con insistenza da alcuni giorni nuove indiscrezioni sul possibile spin off delle attività legate all’auto di Fiat Group. L’operazione, ventilata già in passato, potrebbe portare a una quotazione in Borsa distinta per il comparto automobilistico della società offrendo nuove possibilità di sviluppo sia sul piano industriale che finanziario.
Lo scorporo della divisione Auto della celebre industria torinese potrebbe avvenire tramite un aumento di capitale, una eventualità cui si era già pensato alcuni mesi fa, ma non andata poi in porto in seguito agli sviluppi dell’offerta formulata per Opel. La nuova operazione potrebbe rivelarsi molto vantaggiosa per Exor, la holding al vertice della catena di controllo del Gruppo Fiat, che potrebbe intensificare il proprio controllo su Fiat Auto conquistando una partecipazione forte all’interno della società, probabilmente in forma indiretta.
Uno spin off potrebbe sortire un impatto positivo sullo stesso titolo di Fiat in Borsa. Secondo gli analisti di Mediobanca, infatti, le attività del gruppo potrebbero andare incontro a un nuovo re-rating positivo per gli altri asset della società. Inoltre, una quotazione a parte per Fiat Auto consentirebbe di valutare con maggiore precisione l’andamento da parte degli azionisti e degli operatori del comparto, dando vita a confronti maggiormente significativi con il nuovo partner Chrysler in attesa del piano per rilanciare il proprio business.
Nonostante le numerose indiscrezioni, la possibilità di uno scorporo del settore Auto della società torinese continua a essere smentita dai vertici del Gruppo Fiat, ora interessati a focalizzare l’attenzione sugli Stati Uniti e sul futuro prossimo di Chrysler. Secondo gli analisti, del resto, uno spin off non sarebbe realizzabile in tempi brevi proprio a causa dei nuovi fronti apertisi negli States. L’operazione richiede dati e piani certi e una buona solidità dei due soggetti, difficilmente realizzabile prima del 2013, quando Fiat potrà portare la propria quota in Chrysler al di sopra del 51%.
Il destino del Gruppo Fiat sembra essere sempre più legato alla società statunitense in forte crisi a causa di scelte industriali poco efficaci e della difficile congiuntura economica internazionale. Alcun dei top manager del Lingotto, con l’AD Sergio Marchionne in testa, sono impegnati in questi giorni nel mettere a punto gli ultimi dettagli per il rilancio delle attività di Chrysler. Il nuovo piano sarà presentato il prossimo 4 novembre e conterrà le prime indicazioni sulle strategie da adottare per salvare la società americana.
Stando alle ultime notizie provenienti da Detroit, il rilancio sarà anche legato a un massiccio piano di prepensionamento per 23mila dipendenti circa. I lavoratori più giovani, con almeno un anno di anzianità aziendale, potranno fare affidamente su una buonuscita pari a 75mila dollari lordi. A tale cifra si dovrebbe poi aggiungere un “buono auto” da 25mila dollari. La società garantirà, inoltre, un semestre di copertura sanitaria (dentista a parte) e una opzione per estendere l’assicurazione di altri tre semestri. I dipendenti con una età compresa tra i 55 e i 59 anni, con una cifra non inferiore agli 85 anni nella somma tra età anagrafica e anzianità lavorativa, e agli impiegati con 60 anni o più e almeno 10 anni di lavoro in azienda potranno ricevere 50mila dollari, un buono auto e i contribuiti per la pensione maturati.
Un taglio netto, al quale i lavoratori potranno aderire entro due settimane, dettato dalla necessità di riorganizzare profondamente la struttura produttiva del gruppo Chrysler alla base di una cospicua parte delle perdite finora registrate. Una strategia analoga coinvolgerà anche gli ex dipendenti dei centri di produzione di Sterling Heights, Fenton e Kenosha chiusi o prossimi alla chiusura in seguito all’iter per la bancarotta.
Analisti e lavoratori guardano con interesse all’evento in programma per il prossimo mercoledì, quando Sergio Marchionne presenterà il piano studiato per il rilancio nel corso dei prossimi cinque anni delle attività di Chrysler. Il processo di rinnovamento sarà progressivo e interesserà tutti i principali asset del gruppo statunitense e avrà inevitabili riflessi anche per Fiat al di qua dell’oceano.