I produttori di schermi a cristalli liquidi fanno cartello per fissare i prezzi dei loro prodotti a danno della libera concorrenza. Non sembrano avere molti dubbi in proposito i legali di Nokia determinati a far valere le ragioni della società finlandese in tribunale. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, il celebre produttore di telefoni cellulari ha depositato due azioni legali negli Stati Uniti e nel Regno Unito per richiedere alle autorità di verificare l’ipotesi di un cartello per i prezzi degli schermi.
Nel mirino di Nokia ci sono alcuni grandi brand dell’elettronica come Samsung, LG, Philips, Chunghwa Picture Tubes, Sharp, Tatung, Seiko Epson, Hitachi Displays e Toshiba già oggetto di alcune indagini da parte delle autorità statunitensi ed europee. Tra le società indicate da Nokia spiccano anche alcuni produttori già dichiaratisi colpevoli negli Stati Uniti per aver concordato i prezzi dei display. LG, Sharp e Chungwa Picture Tubes hanno pagato complessivamente una multa pari a 585 milioni di dollari per le loro attività illegali e lesive della libera concorrenza.
La società finlandese non ha fornito informazioni precise sull’entità dei danni richiesti, ma la cifra potrebbe essere molto alta poiché le iniziative legali fanno riferimento ai prodotti venduti tra i primi mesi del 1996 e la fine del 2006. «Nokia ha avviato queste azioni legali per recuperare i sovrapprezzi pagati a causa delle attività di cartello ora sotto indagine da parte delle autorità governative. Poiché alcune società e alcuni manager hanno già ammesso di partecipare o aver partecipato alle attività per fissare i prezzi del cartello su alcuni componenti acquistati da Nokia, riteniamo ragionevole la volontà di Nokia di ottenere un risarcimento» si legge nella documentazione fornita dal produttore di telefoni cellulari.
Nokia utilizza display lcd nella maggior parte dei propri prodotti e tali componenti sono solitamente una delle parti più costose dei dispositivi, circa un quarto del costo complessivo. Le soluzioni touchscreen e la necessità di utilizzare schermi più grandi negli smartphone contribuiscono ad aumentare il costo dei display e stanno spingendo i produttori di telefoni cellulari a esplorare nuove strategie per contenere le spese e offrire prodotti maggiormente convenienti ai consumatori.
L’iniziativa di Nokia giunge ad alcune settimane di distanza da una analoga operazione legale messa in campo da AT&T. Secondo l’operatore statunitense, le politiche adottate dai produttori di schermi avrebbero seriamente danneggiato il comparto causando un aumento ingiustificato dei prezzi ed evidenti danni sia per i clienti che per le società telefoniche. Per favorire la diffusione degli smartphone molto costosi, infatti, numerosi operatori hanno intrapreso da tempo la strada dei contratti biennali per offrire ai propri clienti dispositivi a costi contenuti a patto di gestire il loro traffico voce e dati per almeno un paio di anni.
Le denunce di Nokia e AT&T differiscono su numerosi punti e chiamano in causa soggetti diversi tra loro, ma mettono comunque in evidenza una serie di criticità per il comparto mobile, ostaggio di politiche commerciali poco trasparenti da parte dei produttori degli indispensabili display. I promotori delle nuove iniziative legali confidano in un attento intervento da parte delle autorità chiamate a vigilare sul mercato e a tutelare la libera concorrenza, ma l’identificazione delle effettive responsabilità e l’adozione di nuove misure per eliminare il problema potrebbero richiedere tempi particolarmente lunghi.