Brin e Page verso la cessione di 10 milioni di azioni Google

di Emanuele Menietti

25 Gennaio 2010 16:00

I due cofondatori di Google hanno confermato l'intenzione di vendere 5 milioni di azioni ciascuno nel corso dei prossimi cinque anni. L'operazione consentirà ai due di mantenere le redini della società insieme al CEO Schmidt

Per Google si prospetta una rimodulazione degli attuali equilibri azionari. I due cofondatori del colosso delle ricerche online, Larry Page e Sergey Brin, hanno confermato l’intenzione di vendere ciascuno circa 5 milioni di azioni della società nel corso dei prossimi cinque anni. Il piano di parziale disimpegno sul fronte azionario delle due menti alle spalle del celebre motore di ricerca è stato approvato dalla Sec (US Securities and exchange commission) e porterà a un parziale riassetto nei rapporti di forza all’interno della società, consentendo comunque a Page e Brin di mantenerne le redini insieme al CEO Eric Schmidt.

Stando alle prime informazioni, i cofondatori di Google ridurranno il numero di azioni possedute passando dagli attuali 57,7 milioni ai prospettati 47,7 milioni di titoli azionari di Mountain View. L’entità della riduzione sarà dunque pari al 18% delle quote ora detenute da Page e Brin ed equivalente al 15% del totale dei pacchetti azionai della società. Applicando la quotazione di venerdì scorso, pari a 550 dollari circa, l’operazione potrebbe avere un valore complessivo intorno ai 2,75 miliardi di dollari ciascuno per i due cofondatori.

Il piano da poco approvato dalla Sec comporterà anche una riduzione del potere di voto di Larry Page e Sergey Brin al di sotto del 50%: all’interno dell’assemblea degli azionisti, il voto combinato dei due cofondatori di Google avrà un peso complessivo intorno al 48%. Il nuovo equilibrio consentirà comunque ai due di mantenere un forte controllo sulla società, specialmente sul delicato fronte delle scelte strategiche per l’espansione tecnologica e commerciale delle numerose attività di Google.

Inoltre, il voto del CEO della società pesa per un 10% circa, una condizione che aggiunge ulteriori garanzie per il controllo della società. Tale garanzia potrebbe naturalmente venir meno in futuro, ma solo nel caso in cui Schmidt decidesse di intraprendere strategie e strade diverse rispetto a Brin e Page. L’ipotesi appare remota: nel corso degli ultimi anni il CEO e i due cofondatori hanno dato vita a un triumvirato molto unito e basato su obiettivi comuni in grado di impensierire poco gli analisti e di riflesso il mercato azionario.

Secondo Jane Penner, portavoce di Mountain View, Larry Page e Sergey Brin «sono impegnati come mai prima sul fronte di Google e sono totalmente coinvolti nell’amministrazione giornaliera e nella messa a punto delle strategie per i prodotti. La maggior parte del loro patrimonio rimane legata a Google. Questi piani preconcordati per la vendita delle azioni sono stati adottati per consentire a Larry e Sergey di vendere una porzione dei loro pacchetti azionari nel corso del tempo come parte delle loro strategie di lungo termine per la rispettiva differenziazione degli asset e della loro liquidità».

La vendita di azioni da parte dei principali manager di Google non è del resto una novità. Nel corso del 2004, i membri del triumvirato ottennero l’approvazione per un piano di cessione di alcuni milioni di azioni nel corso di tre semestri. Larry Page e Sergey Brin misero in vendita circa 7,2 milioni di azioni ciascuno, mentre Eric Schmidt mise a disposizione oltre 2 milioni di azioni.

Il nuovo annuncio legato al piano di cessione di una porzione dei titoli azionari nel corso dei prossimi cinque anni non è stata accolta con entusiasmo dai mercati. Nella seduta di venerdì scorso di Wall Street, il titolo di Mountain View si è mantenuto in territorio negativo concludendo a quota 550 dollari, cifra distante 13 punti percentuali dal massimo finora fatto registrare nel mese di gennaio.