Alitalia, joint venture transatlantica

di Barbara Weisz

5 Luglio 2010 15:30

La compagnia entra nel network intercontinentale di Air France-Klm e Delta, 250 voli che rappresentano il 26% del mercato del lungo raggio

Alitalia fa parte della più grossa joint venture di rotte transatlantiche del mondo. Oggi è stata ufficialmente siglata l’intesa fra la compagnia italiana, il gruppo Air France-Klm e Delta Airlines, che sarà valida fino al 31 marzo del 2022.

La partnership, presentata dall’amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli, insieme al Ceo di Delta, Richard Anderson, al numero uno di Air France-Klm, Pierre-Henri Gourgeon e a quello di Klm, Peter Hartman, con l’ingresso italiano rappresenta il 26% della capacità transatlantica esistente. Si stima che genererà ricavi pari a 10 miliardi di dollari all’anno.

In pratica, si è formato un network di 250 voli, con un’offerta di 55mila posti al giorno, che riguarda tutti i collegamenti fra il Nord America e l’Europa, quelli fra Amsterdam e l’India e fra il Nord America e Tahiti. Lo scalo di Roma Fiumicino si unisce alla rete di hub principali di questa partnership, che sono Amsterdam, Atlanta, Detroit, Minneapolis, New York e Parigi, a cui si aggiungono per qualche ulteriore collegamento Cincinnati, Milano Malpensa, Menphis e Salt Lake City.

Per gestire l’accordo nelle diverse aree dal punto di vista operativo, si sono formati 11 gruppi di lavoro, a cui partecipano da subito i tecnici Alitalia, che da questo momento parteciperà a tutte le iniziative della joint venture.

Sabelli ha spiegato che Alitalia si attende che l’accordo generi un utile operativo di 50 milioni di euro quando sarà a regime, ovvero fra due o tre anni. La cifra riguarda in particolare il traffico e i risparmi che verranno generati dall’alleanza con la compagnia americana, visto che Alitalia è già partner di Air France-Klm.

Per la compagnia italiana, il primo semestre dell’anno è andato piuttosto bene, con una crescita dei ricavi prevista intorno al 10% e un aumento dei passeggeri del 3%.

L’ad ne ha approfittato per ribadire che in vista non c’è alcun aumento di capitale, e rispondendo a chi gli chiedeva di commentare le dichiarazioni del presidente Roberto Colaninno ha precisato: «Colaninnno e Benetton hanno detto cose che direi anch’io, perché alla domanda se sarà necessaria una ricapitalizzazione nel caso in cui le perdite continuino, anch’io avrei risposto come loro». E comunque, «il fatto che due azionisti importanti come Colaninno e Benetton, dicano che se serve ci mettono i soldi è una garanzia, non un pericolo. I soldi io non li ho mai chiesti, e se facciamo i risultati che ho detto prima non li chiederò».

Alitalia ha «mezzo miliardo di euro fra cassa e linee di credito disponibili» e non c’è in programma alcun cambiamento del piano industriale la cui revisione è stata approvata il 12 maggio scorso. Il cda discuterà la semestrale il prossimo 30 luglio.