Un fatturato in crescita oltre le attese, ma un utile netto che invece è sotto le stime di Wall Street. È la prima volta in due anni che Google fa registrare un trimestre sotto le previsioni sul fronte del risultato netto.
E forse questo ha penalizzato il titolo, che ieri nel dopo borsa a New York ha lasciato sul terreno circa il 4% sull’onda della trimestrale. A frenare gli entusiasmi del mercato, forse, anche un’alta spesa in ricerca e sviluppo, su cui la società punta per la crescita di medio lungo periodo ma che la penalizza nel breve.
I ricavi del primo motore di ricerca del mondo nel secondo trimestre dell’anno si sono attestati a 6,82 miliardi, in crescita del 24% sull’analogo periodo dell’anno precedente. Depurato dalle commissioni pagate a inserzionisti e partners, il fatturato è pari a 5,09 miliardi, sopra le stime del mercato di 4,99 miliardi.
L’utile netto si è attestato a 1,84 miliardi, o 5,71 dollari per azione, in crescita da quota 1,48 miliardi, o 4,66 dollari per azione, del periodo aprile-giugno 2009. Prima delle poste straordinarie, il risultato netto si attesta a 2,08 miliardi di dollari, o 6,45 per azione, sotto il consensus del mercato a 6,52 dollari.
La società negli ultimi mesi ha fatto una serie di acquisizioni, ha aumentato le spese operative, a 1,99 miliardi (29% dei ricavi) da 1,54 del confronto (28% dei ricavi), ha aumentato il numero di dipendenti di 1184 unità, arrivando a quota 21.805, ha incrementato gli investimenti, soprattutto in infrastrutture IT e ha dichiarato che continuerà a farlo.
«Stanno destinando a ricerca e sviluppo più soldi di quanto ci si aspettasse, e ne stanno invece spendendo meno in vendite e marketing», spiega Colin Gillis, di BGC Partners.
Comunque sia, l’azienda è abbondantemente in utile, ha un fatturato in deciso rialzo, può contare su una liquidità pari a 30,1 miliardi, in salita dai 26,5 al 31 marzo. I vertici di Mountain View esprimono soddisfazione: «abbiamo avuto un solido secondo trimestre», ha dichiarato l’ad Eric Schmidt, sottolineando la crescita nel core business e quella ancor più evidente nei business emergenti e dichiarando piena fiducia nel futuro.
Il 66% del fatturato è arrivato dai siti di Google, il 30% dai partners. Il 52% di ricavi arriva dall’estero, ovvero non dagli Stati Uniti, contro il 53% precedente. Notizie in chiaroscuro dagli introiti pubblicitari dei paid clicks, in crescita del 15% rispetto al secondo trimestre dell’anno scorso, ma in calo del 3% sul primo del 2010.