Attenzione: l’enorme opera che dalle 18 di venerdì sera si trova in Piazza Affari, 11 metri in marmo di Carrara per raffigurare un dito medio alzato verso il cielo, evoca «il saluto nazista come gesto paradigmatico degli orrori e degli errori del secolo scorso».
Si tratta della famosa scultura di Maurizio Cattelan, che l’artista veneto residente a New York ha realizzato espressamente per Milano. Il fatto è che, come detto, la scultura si trova nel bel mezzo della Piazza che ospita la Borsa Valori di Milano. E i curiosi, molti, che nel weekend si sono concessi una passeggiata in centro per ammirare l’installazione che tanto ha fatto discutere, nella stragrande maggior parte dei casi il gesto del dito medio più che al saluto nazista l’hanno associato ai recenti crack del mercato borsistico internazionale.
L’opera fa parte di una più vasta esposizione, che proseguirà fino al 24 ottobre, che si intitola “Contro le ideologie”. Nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, riaperta per l’occasione, si possono ammirare anche altre tre rappresentazioni del famoso e discusso artista contemporaneo. “La Nona Ora”, realizzata nel ’99, rappresenta il pontefice Giovanni Paolo II sul pavimento, rivestito da una moquette rossa, nel gesto di aggrapparsi al crocefisso mentre viene colpito da un meteorite. Un’immagine molto forte, per esprimere la speranza e la forza della fede davanti ai mali terreni che non risparmiano nemmeno una delle massime autorità spirituali del mondo, il pontefice appunto.
In mostra anche il tambutino-drummer “unititled” del 2003 e la donna crocifissa del 2007, oltre a un libro curato dall’artista, con testi di Francesco Bonami, con 44 tavole sul percorso artistico di Maurizio Cattelan. Il ricavato dell’esposizione, che ha sullo sfondo la storia del Novecento coniugata attraverso i temi del potere, del male, della sofferenza, in rapporto all’uomo, andrà alla Fondazione Memoriale della Shoah per la sua realizzazione al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano.
L’arte di Cattelan, e forse come spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory l’intera arte contemporanea, «mette in discussione il proprio tempo, offrendosi come uno specchio, seppur incrinato, del presente». È «un’arte che non sempre parla bene di noi. A volte ha ragione, a volte ha torto. Rimane il fatto che l’arte contemporanea sonda la nostra psicologia, solleva dubbi e dà forma e voce ai nostri pregiudizi».
In effetti, la grande scultura del dito medio, che per inciso di chiama L.O.V.E. ed è stata realizzata quest’anno, la discussione l’ha animata parecchio. La mano è priva di tutte le dita, spezzate, tranne quello medio. Non erano mancate, nei giorni precedenti all’esposizione, le critiche e le perplessità relative all’opportunità di esporre una scultura a tal punto espressiva in una piazza. Ma è bastato un weekend per fugare ogni dubbio.
I milanesi hanno affollato molto più del consueto Piazza degli Affari, e hanno decisamente manifestato più curiosità, interesse, a tratti anche divertimento, che non sdegno. Le interpretazioni, come è facile immaginare, si sono moltiplicate. E non manca chi ritiene che la statua potrebbe anche restare permanentemente in Piazza Affari.