Informazioni confindenziali sui bilanci di giganti come Dell o Amd, o sui prodotti, come l’iPhone di Apple, vendute agli hedge funds o al altri soggetti. Questa l’accusa per la quale quattro executive sono stati arrestati ieri dall’Fbi, nell’ambito di un’indagine per insider trading che da Wall Street arriva alla Silicon Valley, visto che fra le vittime ci sono le piu’ grosse aziende hi-tech americane. I quattro manager finiti in manette erano tutti consulenti della Primary Global Research, azienda con quartier generale a Mountain View, in California. Si tratta di un “expert network”, che cioè mette in contatto hedge funds o in generale investitori con esperti del mondo aziendale.
Tre di loro erano ex manager di altrettante aziende hi-tech. Walter Shimoon, ex director of business development di Flextronic International, Mark Anthony Longoria, ex supply-chain manager di Advanced Micro Devices e Manosha Karunatilaka, account manager di Taiwan Semiconductor Manufacturing (licenziat in tronco dpo l’arresto). In manette anche James Fleishman, ex vicepresidente della Primary Global, l’azienda per cui gli altri tre facevano i consulenti. Infine c’è un quinto uomo, Daniel DeVore, ex global-supply manager di Dell, anch’egli consulente alla Primary Global, che sta collaborando con le autorità.
Secondo l’accusa, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal procuratore di Manhattan Preet Bharara (molto attivo nel perseguire reati finannziari), hanno venduto informazioni riservate su nove compagnie hi-tech, incassando in totale una cifra vicina ai 400mila dollari. I fatti risalgono al 2008-2009. Gli investigatori sono in possesso di registrazioni telefoniche.
Ad esempio Shimoon avrebbe fornito informazioni confidenziali sull’iPhone e sull’iPad, guadagnando 22mila dollari, DeVore e Longoria avrebbero divulgato notizie finanziarie riservate relative rispettivamente a Dell e Amd.
Secondo l’accusa, il primo ha intascato circa 145mila dollari, Longoria ne ha incassati 200mila. Karunatilaka avrebbe fatto lo stesso con informazioni riguardanti Taiwan Semiconductor Manufacturing. La consulenza gli ha fruttato 35mila dollari. Tutti, insomma, avrebbero approfittato delle posizioni precedentemente ricoperte nelle aziende hi-tech per vendere informazioni sensibili, svolgendo quindi un’attività illegale.
Diverse fra le aziende hi-tech colpite da questo giro di informazioni hanno dichiarato che stanno collaborando con la giustizia. Non si conoscono i nomi degli hedge funds, almeno due, che avrebbero ricevuto le informazioni.