Nord Europa e Paesi Asiatici leader nell’Ict. L’Italia sempre peggio

di Carlo Lavalle

29 Aprile 2011 08:00

Bene paesi nordici e tigri asiatiche mentre l'Italia scivola sempre più in basso nelle pagelle del World Economic Forum.

L’Italia precipita sempre più giù nella graduatoria stabilita dal Networked Readiness Index del Global Information Technology Report 2010-2011 [Scarica il Report…]. Il nostro paese non ce la fa a reggere il passo dei migliori scivolando al 51° posto su 138 stati scrutinati, superato da tutte le principali economie europee e figurando dopo stati come Tunisia, Barbados, Qatar.

Secondo il rapporto, che mette a fuoco l’importanza dell’ICT (Information and Communication Technology) nel determinare crescita, innovazione e migliori condizioni sociali, curato da INSEAD, tra i più rinomati istituti internazionali di studi economico-aziendali, e Forum economico mondiale (WEF), si conferma invece la leadership dei paesi nordici e delle tigri asiatiche.

Svezia e Singapore restano al vertice, seguite dalla Finlandia, che scalza la Danimarca dal terzo posto, mentre Svizzera e Stati Uniti sono stabili, insediate rispettivamente nella quarta e quinta posizione. Cina (36) e India (48) rimangono in testa al gruppo dei paesi BRIC.

Pubblicato per il decimo anno consecutivo, il Global Information Technology Report rappresenta il più completo e autorevole documento internazionale di valutazione dell’impatto delle ICT nei processi di sviluppo e sulla competitività delle nazioni.

Il Networked Readiness Index (NRI), che produce una classifica generale molto considerata, è un indice composito mediante cui si esaminano i singoli paesi in rapporto all’uso delle ICT sotto tre aspetti :

  • il contesto generale economico, normativo e infrastrutturale per le ICT
  • il grado di preparazione di individui, imprese e pubblica amministrazione a utilizzare le ICT e a trarne vantaggio 
  • l’effettivo uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione più avanzate da parte di questi tre soggetti chiave (stakeholders)

L’NRI combina dati statistici tratti da fonti pubbliche e i risultati dell’Executive Opinion Survey, un’indagine valutativa annuale di vasta portata condotta dal WEF in collaborazione con un network di istituti partner (enti di ricerca leader e organizzazioni di imprese) presenti nei paesi censiti. Il survey fornisce dati unici su diversi aspetti qualitativi dell’ambiente istituzionale ed economico.

Dedicata al tema di una nuova ondata di Trasformazioni 2.0 la relazione annuale, sotto la direzione di Irena Mia e Soumittra Dutta, concentra la sua attenzione sulle conseguenze ingenerate dalle ICT a livello dei singoli, delle aziendale e delle amministrazioni approfondendo gli argomenti in modo analitico in specifici capitoli.

Il Rapporto contiene una serie di contributi scritti da studiosi ed esperti sull’affermarsi della Internet economy, la creazione di comunità virtuali sulle base delle autostrade digitali, la funzione svolta dalle ICT nella riduzione della povertà, il potenziale del mobile banking nei paesi emergenti e su altre materie cruciali.

Nell’ultima parte vengono inoltre illustrati i profili dettagliati delle 138 nazioni censite, fornendo una fotografia istantanea del livello di penetrazione e utilizzo delle ICT in ciascuna economia.

L’Italia, quanto a condizione di arretratezza e ritardo in ambito europeo, viene accostata alla Grecia individuando per entrambi i paesi la necessità di “rafforzare il contesto di mercato, di migliorare la preparazione all’utilizzo di nuove tecnologie da parte dei suoi stakeholders”. Per colmare il divario l’uso dell’ICT e la sua diffusione andrebbero messi al centro dell’agenda nazionale