Piccole imprese e artigiani non cedono alla crisi

di Carlo Lavalle

11 Ottobre 2011 10:00

Confartigianato documenta la vitalità imprenditoriale italiana nel settore alimentare, green economy e information technology.

Artigiani e pmi costituiscono un fronte di resistenza imprenditoriale italiana alla crisi. Secondo le statistiche pubblicate dall’Ufficio studi di Confartigianato, elaborate su dati Infocamere-Movimprese, nel giro di un anno, dal marzo 2010 al marzo 2011, sono nate circa 74.000 nuove imprese grazie soprattutto allo sviluppo di settori come green economy, alimentare e ICT (Information & Communication Technology).

L’indagine effettuata su scala nazionale e regionale testimonia quindi di una irriducibile capacità di intraprendenza nazionale non piegata dalle difficoltà economiche e non soffocata dalla deprimente situazione di stasi del paese.

A sorreggere il dinamismo dei piccoli sono principalmente le attività connesse all’edilizia sostenibile con una crescita di 43.033 unità aziendali impegnate in costruzioni e impianti specializzati. A livello regionale la percentuale più alta è registrata in Campania con un tasso di sviluppo del + 3,7%. Green economy vuol dire anche 4.854 imprese in più operanti nel campo del disinquinamento, pulizia di aree pubbliche, creazione e manutenzione di giardini e spazi verdi, utilizzo aree forestali. Qui è il Veneto ad avere il record regionale per il tasso di sviluppo ottenendo un +9,7%.

Nell’Information & Communication Technology, un comparto che segna un avanzamento di 3.343 nuove imprese (+7,9%) occupate nella produzione di software, consulenza informatica, installazione e manutenzione di apparecchiature, è invece il Molise a raggiungere il primato con una crescita del 23,8%.

Fa bene anche il settore ristorazione e alimentazione di qualità dove si riscontra la nascita di 8.676 imprese e un tasso di sviluppo medio nazionale pari al 3,6%. Campania e la Sicilia svettano nella classifica con un tasso di crescita rispettivamente del 6,6% per le attività di ristorazione e dell’1,5% per la produzione alimentare.

Nella crisi, guadagna spazio in modo sintomatico l’attività di riparazione dei beni consumo (+ 2.563 aziende) con l’Abruzzo capofila del trend di crescita.

Segno positivo, infine, per le imprese (+ 8.757) di servizi alla persona come parrucchieri, centri benessere, istituti di estetica: in questo caso il Friuli Venezia Giulia riesce a scalare il vertice con un tasso di sviluppo del 3,2% contro una media nazionale di + 0,9%.

Tirando le somme, come sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, davanti alla crisi lo spirito imprenditoriale degli italiani tiene botta in attesa di ricevere sostegno e rinforzo da una strategia di crescita.