Manager e politica non vanno d’accordo. A dirlo, oltre che una sensazione comune, è un sondaggio effettuato dalla società HSM e presentato a Milano in occasione del World Business Forum, il simposio internazionale per la comunità degli executive, in fase di svolgimento al Padiglione 3 di Fieramilanocity.
Hanno risposto a una serie di domande circa 4.500 dirigenti italiani, che avevano partecipato alle scorse edizioni della manifestazione. Le risposte alla prima domanda sono emblematiche: “La politica fa bene all’economia e alle imprese?”. Per il 58% dei manager la risposta è no, contro il 42% di essi che, forse, nutre ancora una certa fiducia nei politici o, forse, ne riceve qualche vantaggio diretto o indiretto.
Una certa conformità di risposte, invece, riguarda i manager per quanto riguarda le cause che provochino la crisi che colpisce l’Italia: per il 74,5% è provocata dal sistema in cui è organizzato il Paese e solo dal 14,7% dalla politica, segno che quest’ultima – sic stantibus rebus – può fare ben poco per risollevare la Penisola a meno che non cambi radicalmente tutto. A iniziare, magari, proprio dalla politica stessa. Già, perché il 33,3% ritiene che questa vada riformata e il 51,5% pensa che sia lontana dal Paese reale.
Ma nonostante questa lontananza, il 40,3% dei manager chiede che siano proprio i rappresentanti dei cittadini a esprimere un indirizzo per lo sviluppo economico dell’Italia, magari attraverso una politica fiscale che incentivi la crescita della propria azienda (43,4%), proponendo modelli etici condivisibili (34,3%), introducendo maggiore flessibilità del lavoro (17,2%) o lasciando che sia il mercato ad autoregolamentarsi (5,1%).
Ma che cosa è la politica per un’azienda? Per il 38,8% dei manager interpellati è solo un ostacolo, contro il 26,5% che la ritiene uno strumento, il 24,5% che la vede come un’alleata e il 10,2% che pensa che sia una controparte in una trattativa.
Ma quali sono le similitudini tra dirigenti d’azienda e politici? La maggioranza assoluta, ossia il 57,7%, pensa che sia la capacità di guardare al futuro anticiparlo; c’è poi un 16,5% che ritiene che sia l’abilità di costruire relazioni, un 13,4% che sia la capacità di gestire le risorse e un 12,4% che individua nella leadership il vero punto di contatto.