E’ il secondo hotel della catena di hotel firmati Armani quello appena inaugurato a Milano. E se il primo, a Dubai, si trova nell’edificio più alto del mondo, Burj Khalifa, questo del capoluogo lombardo è, parola di Re Giorgio in persona «un atto d’amore per la mia città», e anche «un sogno reliazzato». Un hotel di extra-lusso, ci mancherebbe, nel pieno centro, in quel palazzo di via Manzoni 31 che già ospita il megastore Armani.
Un edificio progettato nel 1937 da Enrico Griffini e che ora è imprezioisto da una cupola di vetro che contiene gli spazi comuni di questo nuovo tempio dello stile Armani che è un distillato perfetto di tradizione, linearità ed eleganza contemporanea.
Una vista impagabile sulle guglie del Duomo, un’eleganza totale ma discreta, si entra e l’unica cosa che si può fare è prendere l’ascensore per salire al settimo piano, dove c’è la hall, e poi per andare nelle camere si scende mentre per raggiungere le zone comuni si sale. Un ribaltamento, dunque, che è solo uno dei molti dettagli di stile di un albergo dove c’è il lifestyle manager costantemente a disposizione degli ospiti per qualsiasi esigenza.
Si può scegliere fra 95 sistemazioni, fra stanze e suite, con prezzi che vanno dai 400 euro a notte dell’Armani DeLuxe, 45 metri quadrati, ai 12mila euro della Armani Presidential, 200 metri quadri disposti su due piani con una scala dal forte impatto architettonico. Ma si può anche scegliere la soluzione interemdia rappresentata dalla Armani Signature.
Lusso, privacy, lavoro e relax sono i concetti di fondo che hanno ispirato Re Giorgio in questa sua nuova creatura.
Gli ascensori che portano alle Camere sono diversi da quelli che vanno ai piani comuni, nei corridoi niente tavolini o poltronice, ogni camera è preceduta da un piccolo ingresso.
Materiali preziosi, vetrate, cristalli, tessuti di altissima gamma, arredi rigorosamente firmati Armani Casa. Il lusso della semplicità rappresentato dai grandi cassetti per riporre le camicie, e poi «non duemila tasti incomprensibili intorno al letto e, soprattutto, niente bagni a vista», sottolinea Giorgio Armani. Ogni stanza da bagno è dotata di cabina doccia con un vetro che permette la vista dall’interno verso l’esterno ma non viceversa. In camera: divani lineari, impianti hi-tech, armadi che scompaiono nelle pareti.
Il ristorante, completo di enoteca, è un tributo alla tradizione gastronomica italiana, ha una sala da pranzo privata e un tavolo dello chef all’interno della cucina. Poi ancora, sempre al settimo piano, l’Armani Lounge, il bamboo bar, un’area fumatori.
L’ottavo piano è tutto dedicato al relax: l’Armani-spa, una couple suite, palestra, piscina rilassante con la temperatura dell’acqua regolabile, pareti frangisole, soffitto con vista sulla città.
E per il turismo d’affari un ampio business center con sala meeting privata e due saloni consiliari, audiovisivi, attrezzature informatiche, controllo a distanza dell’illuminazione, una kitchenette in grado di servire direttamente le sale rispondendo alle richieste degli ospiti.
Insomma, un tempio del lusso, che segna un nuovo passo avanti di Re Giorgio nel settore Hotels & Resorts, in collaborazione con Emaar Properties PJSC. E in vista, ci sono le apertura di Marassi, in Egitto, e di Marrakech, in Marocco.