“Sviluppare una mobilità alternativa, fare dell’aeronautica da diporto un settore produttivo e strategico per tutto il Mezzogiorno, trasformare un’attività oggi d’élite in fenomeno di massa”: sono alcuni degli obiettivi dichiarati nel nuovo progetto elaborato dal CIRA, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, per la creazione di un servizio di aerotaxi dagli aeroporti campani.
Il piano è contenuto in un dossier (redatto su indicazione di Sergio Vetrella, assessore ai Trasporti), il cui scopo è quello di creare una rete di collegamenti a carattere regionale che consentono a chi viaggia per business o per svago di muoversi rapidamente non solo sul territorio nazionale, ma anche su rotte internazionali.
Attualmente sono diversi i problemi del Sistema Aeroportuale Campano: il principale è la congestione del traffico all’Aeroporto Internazionale di Napoli-Capodichino, a cui una possibile soluzione potrebbe essere trovata nel molto discusso sviluppo dello scalo militare “Carlo Romagnoli” di Caserta-Grazzanise, aperto al traffico civile autorizzato alla fine del 2004; bassissime le rendite dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano che, contro le rosee previsioni iniziali, secondo gli ultimi dati avrebbe registrato nel 2011 una media di appena 62 passeggeri al giorno. L'”Oreste Salomone” di Capua è, infine, un aeroporto di terzo livello.
La Campania conta, inoltre, 6 aviosuperfici e 13 campi di volo. Nel progetto del CIRA, un aiuto alle problematiche del territorio e un incentivo allo sviluppo del settore aereo potrebbe giungere dall’impiego degli aeromobili da aviazione leggera la quale, divenendo sempre più economica e “di massa”, potrebbe costituire agli occhi dei viaggiatori una valida alternativa al trasporto su ferro e su gomma.
L’acquisto di velivoli mono o bimotore, con una capienza da due a sei posti, permetterebbe un buon rendimento a un prezzo relativamente contenuto: scrive il CIRA che “Un aereo monomotore costa circa 60.000 euro, meno di un’auto di grossa cilindrata e di un cabinato per quattro persone”. Un costo ancora inferiore si potrebbe avere “ricorrendo al mercato dell’usato o acquistando ‘quote’ di un velivolo da condividere con altri proprietari”.
I velivoli potrebbero essere comprati dalle imprese produttrici campane (quali Oma Sud, Tecnam Costruzioni Aeronautiche e Vulcan Air), così come tutti gli strumenti associati alla navigazione aerea: il che permetterebbe di dare una forte spinta non solo alla produzione e all’economia del territorio, ma anche all’occupazione locale.
Molti vantaggi, dunque, per una spesa che sembrerebbe sostenibile: anche i costi di manutenzione sembrerebbero essere più che accettabili, aggirandosi intorno ai 2000 euro l’anno per velivolo. Resta da capire se e quando il progetto, sostenuto anche dalla regione, verrà implementato.