Nell’ambito del decreto sulle liberalizzazioni, la commissione Industria del Senato ha approvato il “rating della legalità” per le imprese che operano in Italia. Questa misura, sollecitata tempo fa da Confindustria, prevede l’iscrizione presso l’autorità Antitrust di un albo per le aziende, con l’obiettivo di premiare tutte quelle che operano in maniera corretta e nel rispetto delle leggi.
“Sarà verificata la loro correttezza non solo per quanto riguarda la criminalità ma anche nei confronti del fisco e dello Stato. Chi otterrà un punteggio maggiore, avrà un più facile accesso ai finanziamenti pubblici e ai prestiti bancari” ha riferito il sentore del PdL, Simona Vicari.
Un emendamento del senatore Maria Elisabetta Alberti Casellati ha poi previsto l’elaborazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in raccordo con i ministeri della Giustizia e dell’Interno, di un parametro che misurerà il livello di legalità delle imprese.
“Con l’introduzione del rating abbiamo dato ascolto soprattutto a quelle aziende che vivono e lavorano in zone difficili del Paese, e che avevano bisogno di vedersi riconoscere gli sforzi fatti per rispettare la legge e per operare nella legalità, che diventerà ora un elemento centrale nella vita delle stesse imprese”.
In commissione sono poi stati approvati anche altri temi che riguardano da vicino soprattutto le aziende:
– I senatori hanno poi approvato l’istituzione di 20 tribunali delle imprese, arrivato grazie a un emendamento del governo. Il contributo unificato viene raddoppiato, mentre nel testo originario del decreto legge era quadruplicato.
– All’interno del decreto sulle liberalizzazioni spunta una tassa (già ribattezzata “balzello”) sulle grandi aziende, che dovranno versare lo 0,08 per mille del loro fatturato risultante dall’ultimo bilancio delle società di capitale, purché questo sia superiore ai 50 milioni di euro. Questo balzello servirà a finanziare l’Antitrust. La soglia massima di contribuzione a carico di ciascuna impresa non può essere superiore a cento volte la misura minima.
– Semaforo verde anche per quanto riguarda l’Ici alla Chiesa e ai beni commerciali degli enti no profit. Questa norma è stata approvata all’unanimità da tutti i parlamentari della commissione. Per le scuole, sono esenti dall’Imu quelle che svolgono attività secondo modalità non commerciali.
– Farmacie: ne verranno aperte altre 4.800, in modo da prevederne una ogni 3.300 abitanti.
– Taxi: resta nelle mani dei sindaci il potere di decidere l’eventuale nuovo numero di licenze delle auto pubbliche. Dal canto suo, l’autorità per i Trasporti potrà esprimere un parere al quale i comuni dovranno attenersi,perdendo dunque quell’autonomia che lo stesso decreto legge mirava a dare.
– Separazione Eni-Snam rete gas: la separazione è cosa fatta, come previsto da un emendamento presentato dai senatori Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl) e approvato dalla commissione Industria del Senato. Tutto dovrà aver luogo entro il mese di settembre 2013. Eni dovrà uscire completamente dal pacchetto azionario di Snam, rimanendo con una quota massima pari al 5% del capitale. Il provvedimento punta alla “piena terzietà dei servizi regolati di trasporto, stoccaggio, rigassificazione e distribuzione”, con l’obiettivo di assicurare la’ndipendenza tra la maggiore società di produzione e vendita del metano in Italia (Eni appunto) e quella responsabile del trasporto dello stesso. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ritiene che le bollette saranno meno care e tutto il sistema sia più efficiente.