Ecco arrivare come un macigno i dati definitivi sull’inflazione registrata a febbraio. L’aumento, comunica l’Istat, risulta pari a 3,3% rispetto a dodici mesi fa, comprendendo anche i tabacchi con un’inflazione acquisita per il 2012 pari all’1,9%.
L’Istat riferisce anche che, al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale al 2,3% mentre la lieve accelerazione dell’inflazione “deriva dall’aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,2%, dal +3,9% di gennaio 2012), soltanto in parte compensato dal calo di quello dei servizi (+2,2%, dal +2,3% del mese precedente). Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di quattro decimi di punto rispetto al mese di gennaio”.
Effettuando un’analisi settoriale si registra un +8,7% del prezzo dei vegetali freschi e da una crescita dell’1,7% per gli alimentari non lavorati ed i beni energetici non regolamentati. I servizi di trasporto, invece, hanno conosciuto un aumento dello 0,8%. I prezzi dei beni di consumo acquistati con più frequenza hanno fatto registrare un aumento su base mensile pari allo 0,7% e del 4,5% su base annua.
Infine l’Istat comunica che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi, ha fatto registrare un aumento dello 0,4% sul piano congiunturale e del 3,3% su quello tendenziale.
Quello che pesa nelle tasche dei consumatori, comunque, sono quei prodotti che si acquistano abitualmente come alimentari o carburante che sono saliti del 4,5% su base annua, ossia più dello stesso tasso di inflazione e a un livello pari a quello record dell’ottobre 2008.
Ad aumentare – oltre a benzina e gasolio per autotrazione – anche il gas naturale (+15,6% in termini tendenziali) e il gasolio per riscaldamento (+14,4% su base annua). Rincari anche nei prezzi del trasporto aereo passeggeri, strettamente collegati alla quotazione del petrolio (+6,4%).
Il tasso di inflazione non è uniforme e varia da città a città: a Potenza è a +5,3%, a Venezia a +4,4% e all’Aquila a +4,1% mentre Firenze (+2,8%) e Perugia (+2,9%) sono quelle in cui è stato più contenuto.