Cresce sempre di più la quota di mercato mondiale del vino nelle mani dell’Italia. A renderlo noto è una nota di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 25 al 28 marzo.
Dai dati resi noti dall’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) sulla congiuntura della vitivinicoltura mondiale, si evince che nel corso di un anno, dal 2010 al 2011 l’Italia ha incrementato la sua quota di mercato nel settore dell’enologia passando dal 21,8% al 24,3% mentre si riduce la quota dei Paesi dell’emisfero Sud.
L’ufficio stampa di Vinitaly ha anche reso noti i contenuti di un’intervista realizzata da Vinitaly a Federico Castellucci, direttore generale dell’Oiv. Castellucci spiega che: “L’Italia ha lavorato bene su tutti i fronti – mentre la Francia ha aumentato di poco le quantità, pur crescendo in valore. La Spagna ha incrementato molto la quota di sfuso, in particolare verso il Cile dove, a causa del devastante terremoto del 2010 è andato distrutto oltre 1 milione di ettolitri di vino. Brillante la Germania sia con l’imbottigliato che con i vini importati sfusi e riesportati confezionati È il caso dei bag in box, richiesti dai mercati della Scandinavia dove questo tipo confezione copre il 50% dei consumi».
E alla domanda su come sia il trend del commercio internazionale di vino, Castellucci spiega che è in crescita “tanto che ormai 4 litri di vino su 10 vengono consumati al di fuori dei Paesi di produzione” con un’Italia che resta saldamente il primo esportatore mondiale con una crescita nel 2011 nel valore complessivo del 12% e del 9% in termini quantitativi.