Con il salone dell’auto di Pechino, Fiat ha celebrato il ritorno ufficiale in Cina attraverso GAC Fiat, la joint venture con Guangzhou Automobile Company.
Oltre ad aver presentato alcune delle vetture della Casa del Lingotto, fra cui la Fiat 500 by Gucci, l’azienda ha tolto i veli alla Viaggio, la nuova berlina costruita interamente all’ombra del Grande Muraglia e destinata a quel mercato con il nome ufficiale di Fei Xiang, che rappresenta dunque il ritorno in forze in un mercato come quello cinese, che attualmente è diventato il numero uno mondiale in quanto a vendite annue, che sfiorano i 13 milioni di unità.
La Viaggio, come detto, è una berlina 3 volumi che verrà prodotta in serie a partire dal mese di giugno mentre le prime unità saranno consegnate nel mese di dicembre con l’obiettivo di conquistare un segmento chiave nel mercato automobilistico cinese dove Fiat ha sempre cercato di entrare senza mai avere la gisuta convinzione.
Come nel 1982, quando i vertici del costruttore auto della famiglia Agnelli rifiutarono un’offerta di partnership con la cinese Saic – azienda di proprietà statale che nel 2011 ha prodotto 3,64 milioni di vetture – ritenendo che lo sviluppo del mercato automobilistico di quel Paese fosse cosa ancora troppo remota e improbabile. Senza sbocchi furono invece gli accordi o i tentativi di accordi con Nanjing e con Chery, mentre la Cina lasciava da parte l’economia comunista permettendo la libera iniziativa imprenditoriale.
L’accordo con GAC, siglato 2 anni fa, punta dunque a far volare le vendite del gruppo Fiat-Chrysler, che punta a passare dalle 22mila auto del 2011 alle 300mila dei prossimi anni, raggiungendo Audi e superando le Case francesi e avvicinando quelli giapponesi e coreani che qui hanno avuto vita facile grazie anche alla vicinanza geografica. E il completamento dello stabilimento di Changsha, nella provincia di Hunan, dove si produrrà la Viaggio è una tappa strategica.
E’ previsto anche un aumento dei punti vendita Fiat-Gac in tutto il Paese, che fino a oggi hanno raggiunto quota 91 concessionarie e 125 autosaloni concentrati soprattutto nelle grandi città.
“Torniamo in Cina dopo due false partenze ma stavolta facciamo sul serio” ha detto Sergio Marchionne tra gli stand del salone di Pechino: ora abbiamo il partner giusto e il giusto prodotto. La Cina è un mercato difficile e diverso dall’Europa, dove per ora facciamo profitti con Jeep e con Ferrari: per questo’ultimo marchio, quello di questo Paese è il secondo mercato dopo quello degli Stati Uniti”.
Intanto, però, complice la fine degli ecoincentivi e dell’aumento del prezzo della benzina, nel primo trimestre 2012 le vendite sono diminuite anche in Cina, anche se dell’1,3% rispetto a un anno fa.