Gli aeroporti sono pieni e il numero dei passeggeri è in aumento, gli italiani riprendono a volare dopo i venti di crisi ma le compagnie aeree con sede nel Paese – e in generale il comparto dell’aviazione civile – sono in forte difficoltà e rischiano di sparire portando con sé migliaia di occupati.
Non è la trama di un film ma è il quadro nazionale del settore tracciato da Vito Riggio, presidente dell’Ente nazionale per l’Aviazione civile, l’autorità che in Italia sovrintende a tutto il trasporto aereo.
“Un po’ è colpa della guerra dei prezzi tra vettori tradizionali e low cost, dove i primi soccombono perché hanno strutture poco efficienti e pesanti mentre le seconde sono molto snelle e riescono ad adattarsi meglio al mercato. Ma la colpa è anche delle infrastrutture obsolete e inefficienti che andrebbero adeguate e delle tariffe aeroportuali che andrebbero altresì adeguate attraverso un contratto di programma” dice il manager Enac.
E quest’ultimo tema è da anni aspramente dibattuto fra le oscietà di gestione dei principali scaali nazionali, che vorrebbero un aumento di tali tariffe a tutto vantaggio degli investimenti in strutture e servizi. Tali tariffe – vale la pena ricordarlo – solo quelle a carico delle compagnie aeree per ogni aereo che sbarca o imbarca passeggeri in un aeroporto. Confrontate con le medie degli scali europei, quelle dei principali scali italiani – che sono stabilite dal ministro dei Trasporti – sono notevolmente inferiori.
“Nel primo quadrimestre del 2012 abbiano notato segni di cedimento del mercato, visto che pur aumentando i passeggeri calano i prezzi dei biglietti e i margini di guardagno delle compagnie si riduce, sopratutto per quelle cosiddette tradizionali, che con questo stato di cose non riescono a raggiungere utili e avrebbero difficoltà a reggere ulteriori aumenti dei costi come quelli per la navigazione aerea che solo per Alitalia graverebbero per 50 milioni di euro”.
E a proposito dell’ex compagnia di bandiera, Vito Riggio ha aggiunto che “3 anni dopo gli sforzi fatti per salvare Alitalia dal fallimento la situazione non è rosea e l’azienda non è tornata in utile come previsto, nonostante il prezzo del carburante stia scendendo agevolando i conti di fine anno dei vettori”.
I dati italiani sul trasporto aereo 2011 sono emblematici: i passeggeri che sono partiti o arrivati sono stati 147.946.210, con un aumento del 6,5% sul 2010 quando furono quasi 159 milioni. In calo del 13,5% invece il numero di aerei parte delle flotte di compagnie italiane, attualmente a quota 247 unità, dei quali il 74% per collegamenti a corte e medio raggio.