Il governo Monti, forse prima dell’Eurovertice di fine giugno, si avvia ad approvare una “manovrina” di tagli alla spesa statale per evitare un possibile aumento dell’Iva.
Sul tavolo della Presidenza del Consiglio il dossier presentato da commissario Enrico Bondi, commissario straordinario per la spending review, che prevede riduzioni per il bilancio pubblico da qui al 2014. In complesso 30 miliardi di tagli che implicano una cura dimagrante per diversi settori: sanità, ministeri, enti locali e così via.
In previsione, resistenze di organi interessati a mantenere la situazione invariata a parte, c’è anche il dimezzamento del numero delle Province e la riorganizzazione degli uffici territoriali del governo come prefetture, questure, sovrintendenze.
Per scongiurare l’incremento ad ottobre di due punti percentuali dell’Iva è necessario trovare almeno circa 5 miliardi di euro. Inoltre, il governo deve far fronte all’emergenza terremoto in Emilia per non parlare delle risorse da destinare al decreto sviluppo, banco di prova della capacità dell’esecutivo di dare linfa alla ripresa dell’attività economica.
Il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Ciaccia, intervistato nella trasmissione de La7 ‘In Onda’ ha assicurato che “l’Iva non aumenterà neanche di un punto. Finita l’epoca degli sprechi stiamo recuperando risorse all’interno della spesa pubblica”.
Per cercare di sgrassare il corpo statale il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi sta pensando ad una diminuzione del numero dei livelli dirigenziali ad esaurimento, cioè senza essere sostituiti una volta avvenuta l’uscita. Del resto anche a Parlamento, Quirinale e Corte Costituzionale dovrebbe applicarsi il criterio della spending review.