La rabbia, dannosa emozione primordiale

di Serena Frattini

12 Luglio 2010 10:00

Perdere il controllo, inveire contro i colleghi a causa di situazioni frustranti non aiuta la nostra salute né la reputazione

Frustrazione, irritazione, malcontento, rabbia sono tutte emozioni che, generalmente, sfogano all’esterno attraverso reazioni forti, spesso deleterie. Nel contesto lavorativo, saper gestire le proprie reazioni rappresenta uno dei punti di forza della nostra personalità, dando maggiore autorevolezza alla nostra posizione, il self-control è una delle parole chiave per una persona di successo.

Un collega che perde spesso la pazienza, alzando la voce, o al contrario alzando un muro di silenzio, lasciandosi andare a scatti d’ira piuttosto che a pianti isterici, non dà una buona immagine di sé. Non saper controllare le proprie reazioni può, a lungo andare, ledere la nostra reputazione e produttività. Situazioni stressanti si possono verificare giornalmente sul posto di lavoro: un capo che ci assegna troppi compiti, un collega indiscreto, un cliente che ci incolpa ingiustamente, un superiore arrogante e troppo esigente, un progetto deludente; la nostra forza sta nel capire che noi siamo in grado di scegliere come reagire agli eventi.

La pressione, il disappunto, la delusione, la rabbia sono un cocktail che spesso può provocare situazioni che diventano poi difficili da resettare. È importante fermarsi e imparare a gestire queste scariche emotive negative, controllare e dirigere la propria rabbia prima che questa controlli te.

Tre passi importanti per gestire la rabbia che ci attanaglia sono:

  1. capire cosa ci fa arrabbiare
  2. ridurre le reazioni di rabbia
  3. controllare la rabbia quando si manifesta.

Identificare l’origine della nostra rabbia è un passo fondamentale. Una volta che abbiamo individuato che cosa ci fa saltare i nervi possiamo sviluppare strategie per far fronte a questa. Usare un diario dove annotare situazioni, persone, momenti che ci scatenano rabbia, può essere molto utile a individuarne le cause. Chiedersi perché queste situazioni o persone ci fanno arrabbiare, hanno collegamenti con il nostro passato? Ci risvegliano ricordi, sentimenti, emozioni spiacevoli?

Ridurre poi le nostre reazioni idi rabbia potrebbe non sembrare così semplice, ma una volta che abbiamo focalizzato cosa ci fa arrabbiare, abbiamo anche maggior lucidità per gestire la reazione. Possiamo migliorare le nostre abilità nel risolvere i problemi, oppure accettare che se qualcosa va storto il mondo non finisce. Potremmo migliorare la comunicazione; costruire rapporti empatici, ascoltare e scoprire che non sempre le persone sono così malvagie. Evitare di comunicare quando si è ancora turbati.

Rilasciare quotidianamente la rabbia accumulata è un buon esercizio. Respirare profondamente, correre, nuotare, camminare, lo sport aiuta moltissimo, usare un sacco da pugilato o anche un cuscino può essere d’aiuto, yoga, e infine perdonare. Molti credono che trattenere la rabbia, riuscire cioè a non esplodere basta a vincerla; in realtà questa da qualche parte deve andare a finire e prima o poi sfogherà.

La rabbia può essere un’emozione motivante e potente, ci aiuta a reagire velocemente e in maniera decisiva se canalizzata nel modo giusto, allo stesso modo però può essere distruttiva e seriamente destabilizzante se lasciata andare liberamente.