Un’altra azienda italiana finisce in mani straniere: il gruppo cinese Shig-Weichai ha acquistato la Ferretti, il maggior produttore mondiale di yacht di lusso.
Grazie a un accordo raggiunto con i creditori, per un valore complessivo di 374 milioni di euro – di cui 178 milioni in investimenti e 196 milioni per il finanziamento del debito del gruppo -il gruppo dell’estremo Oriente ha rilevato il 75% della società romagnola, il cui 25% andrà nelle mani dei creditori. La struttura finanziaria dell’azienda italiana sarà completamente ridisegnata tramite un aumento di capitale da 100 milioni di euro e una riduzione dell’esposizione a circa 100 milioni.
Alla banca britannica Rbs e ai fondi Strategic Value Partners, i maggiori creditori, spetteranno ciascuno il 12,5% delle azioni di Ferretti. Norberto Ferretti, il presidente del gruppo, ha affermato di essere “convinto che questa partnership porterà risultati molto soddisfacenti e fornirà una solida base di capitali per sostenere i suoi piani di sviluppo a lungo termine”.
Gli fa eco Tan Xuguang, presidente di Shig: “Uno dei nostri obiettivi strategici è di sviluppare il settore degli yacht nei prossimi 5 anni”. Fondata nel 1946, la Weichai è una delle più grosse società cinesi che operano nel campo della produzione di parti di auto e di veicoli pesanti.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, la società cinese assumerà circa 580 milioni di euro del debito di Ferretti. Nata nel 1968, la Ferretti che fatturava poco meno di 200 milioni di euro nel 2000 (anno dello sbarco in borsa) è arrivata a quasi un miliardo di fatturato. Ma operazioni finanziarie dopo operazioni finanziarie, quasi sempre sbagliate, si è ritrovata con 1,2 miliardi di debiti nel 2007 dopo il leveraged buyout (particolare tecnica di acquisizione di una società, che prevede la creazione di una NewCo) realizzato da Candover Partners. E nel gennaio 2009 è risultata insolvente.
Oberata dai debiti dei propri investitori e delle acquisizioni non ha potuto fare altro che arrendersi e, insieme alla Royal Bank of Scotland che aveva finanziato il fondo Candover, ha accettato l’offerta dalla Cina.
In un comunicato congiunto, le due società hanno affermato che la maggior parte dei manager, il quartier generale e la produzione resteranno comunque in Italia, facendo tirare un sospiro di sollievo anche agli oltre 2mila operai.
La Cina è uno dei Paesi in cui il settore degli yacht di lusso si sta sviluppando più velocemente, con un grande potenziale di crescita previsto nei prossimi 5-10 anni.