Eni punta sempre più sull’Africa e sulla cooperazione allo sviluppo, diventata un punto chiave della strategia aziendale della società energetica italiana. A dirlo è il CEO Giuseppe Scaroni, in occasione del Forum della cooperazione internazionale, dove è intervenuto speigando il perchè della presenza nel Continente nero.
“Abbiamo delle tecnologie di eccellenza, il nostro know how è unico, abbiamo un’organizzazione motivata e curata nei dettagli, abbiamo a disposizione una forza finanziaria che in Italia e in Europa pochi hanno. E tale disponibilità ci permette di continaure a fare investimenti enormi in Africa, sempre però tenendo ben presente il motivo per cui siamo presenti in alcuni Stati: per estrarre un petrolio che non è nostro ma che è loro. Noi mettiamo a disposizione le nostre conoscenze. Ma il prodotto resta di loro proprietà. Ed è grazie a questa strategia che cresciamo più di tutti con l’obiettivo della cooperazione allo sviluppo”.
Scaroni ha poi ricordato che nel continente, Eni è di gran lunga il primo produttore di petrolio ed è un grande investitore in impianti di estrazione, non solo di oro nero ma anche di centrali a gas.
“Eni – ha aggiunto – è presente anche nel settore dell’energia elettrica, che diffondiamo attraverso la costruzione di centrali a gas a ciclo combinato. Per l’Africa è una cosa di fondamentale importanza per lo sviluppo al pari dell’acqua, che è invece indispensabile per sopravvivere”. L’azienda fondata da Enrico Mattei è in effetti uno dei grandi player internazionali per fornire l’energia elettrica, visto che ha una quota del 20% in Nigeria e addirittura del 60% in Congo.
La diffusione di questo “bene” è stato reso possibile attraverso la costruzione di centrali, che ora saranno realizzate anche sul suolo di nuovi Paesi come il Ghana, il Mozambico e il Togo, investendo miliardi di dollari e portando a 20 gli Stati in cui il cane a 6 zampe ha investito.
Il top manager ha ricordato poi che oltre alla produzione di energia occorre anche trsportarla e distribuirla nelle case delle persone, cosa alquanto complessa soprattutto in un continente come quello africano dove circa 400 milioni di persone su 600 milioni che vivono a sud del Sahara non hanno ancora accesso all’elettricità.
Eni ha stimato in circa 200 i miliardi di barili di riserve petrolifere nella sola Africa. Parallelamente ha visto l’aumento delle riserve di gas: una di queste – in Mozambico – potrebbe fornire gas all’Europa per circa 4 anni di seguito. Ma visto che sul piatto ci sono risorse cospicue da investire, Giuseppe Scaroni ha chiesto il sostegno della Ue attraverso il commissario Andris Piebalgs per trovare u progetto cofinanziato in comune per aiutare lo sviluppo dei Paesi africani più arretrati.