Un mercato temuto e a volte visto con ostilità, quello cinese sta diventando invece un possibile alleato. Merito degli accordi che si stanno sempre più chiarendo tra Unione Europea e Cina.
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In particolare l’attenzione è posta alla promozione e alla protezione degli investimenti, a cui si è a lungo lavorato per definirne le modalità. Il summit di Pechino ha infatti reso più chiaro il quadro giuridico e ha armonizzato il diritto vigente in materia. Non saranno quindi i singoli paesi a ratificare gli accordi con la Cina, ma spetterà all’Unione Europea, rendendo il tutto molto più limpido.
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Ciò promette di incrementare il volume degli scambi commerciali e, soprattutto la quantità degli investimenti diretti esteri, ora come ora ad un livello alquanto basso: L’Europa verso la Cina con il 2% del totale e Cina verso Europa 1,5%. Le aspettative però sono diverse a seconda delle necessità del paese, e se la Cina vuole prima di tutto tutelare i propri investimenti, l’Europa vuole riuscire ad accedere al mercato cinese, fino ad adesso poco sfruttato.
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Le principali difficoltà incontrate dagli investitori cinesi nei paesi dell’Unione sono legate alla famigerata burocrazia, in particolare la difficoltà nell’ottenere il visto ed il permesso di lavoro. Alcuni settori poi si mostrano particolarmente ostici per gli investitori stranieri, a causa di forte restrizioni, come quello dell’energia, delle infrastrutture e delle telecomunicazioni. Inoltre una presenza più massiccia di europei in Cina è vista come una possibilità positiva per migliorare il sistema giudiziario del paese, incrementandone la trasparenza e promuovendone la liberalizzazione.