Dl Sviluppo, riforma dell’ICE in stallo

di Noemi Ricci

Pubblicato 31 Ottobre 2011
Aggiornato 10 Novembre 2011 10:52

Dopo la soppressione dell'ICE contenuta nel Decreto Sviluppo i professionisti dell'Istituto e le rappresentanze sindacali presentano proposte concrete agli Stati generali, ma Romani deserta.

Il Decreto Sviluppo ha visto la soppressione dell’ICE e per ora non c’è ombra di una definizione di una nuova agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane e agli “Stati generali del commercio estero” dei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani non si è presentato.

Un’occasione di confronto mancata, in previsione della quale il personale dell’ex Istituto nazionale per il Commercio Estero, insieme alle organizzazioni sindacali, ha diffuso delle proposte concrete per il sostegno dell’export da inserire nel Decreto Sviluppo.

Il documento contenente le riforme è stato elaborato dai professionisti dell’ICE con l’obiettivo di rilanciare l’Istituto trasformandolo in un’Agenzia autonoma e coordinata con gli altri attori del sistema e aprire il confronto con politica, imprese, rappresentanti delle categorie e Stati Generali.

Un’Agenzia per l’export fondamentale per la crescita della nostra economia, visto l’attuale contesto internazionale particolarmente difficile, le vendite all’estero, considerando che le vendite all’estero costituiscono il 26% del prodotto interno lordo (PIL).

Lo stesso Ministro dello Sviluppo economico ha recentemente ammesso che la soppressione dell’ICE è stata un errore e ha annunciato la prossima costituzione di una «nuova Agenzia per il Commercio estero che dovrà svolgere il duplice ruolo di rilanciare le esportazioni e consentire un risparmio da parte dello Stato».

Per i professionisti che hanno lavorato per anni al fianco delle imprese italiane impegnate sui mercati esteri, la nuova Agenzia dovrebbe assorbire funzioni e personale dell’ICE riaccorpando alcuni degli uffici esteri al suo interno. Lo Stato dovrebbe considerare l’intervento pubblico di sostegno non come un costo ma come un «investimento prioritario e urgente per la crescita» e quindi anti-crisi.

Ma per ora la definizione della nuova Agenzia rimane in fase di stallo, il motivo può probabilmente imputarsi alla diatriba tra Romani e il premiér, Silvio Berlusconi. Quest’ultimo ha infatti spiegato che il nuovo ICE dovrebbe nascere sotto l’egida dello Sviluppo economico e degli Esteri, mentre Romani punta all’esclusiva e sarebbe anche contrario alla proposta di Massimo Calearo, consigliere del premier per l’export, di ripristinare il ministero del Commercio estero.