Un tetto alle pensioni d’oro, una decurtazione degli assegni erogati in base al sistema retributivo, nuovi prelievi di solidarietà, aumenti per i trattamenti previdenziali più bassi: sono tutte proposte contenute, con varie formulazioni, in sette mozioni di riforma del sistema pensionistico in discussione alla Camera. Vediamole brevemente.
Mozioni alla Camera
- Il Pd vorrebbe creare fondi all’interno dei diversi enti previdenziali, alimentati con contributi di importo crescente con il reddito pensionistico partendo dai trattamenti superiori a 12 volte il minimo. Il gettito dovrebbe andare alle fasce di pensionati e lavoratori più deboli e al sietma previdenziale per le nuove generazioni. Chiesta anche la revisione degli attuali coefficienti di trasformazione, per tenere maggiormente conto del percorso lavorativo e del rapporto fra aspettative di vita e settori di attività.
- Il Nuovo Centro Destra invita genericamente il governo a studiare «modalità di concorso solidale agli obiettivi» di maggior equità «da parte dei percettori di prestazioni più favorevoli o per metodo di calcolo o per età di accesso alle prestazioni» e a presentare un progetto di completamento della riforma previdenziale che coniughi meglio sostenbilità finanziaria e sociale.
- Scelta Civica chiede di applicare a tutti i trattamenti superiore a 60mila euro, in via sperimentale e transitoria, una trattenuta alla fonte, con aliquote progressive per scaglioni, sul differenziale fra ammontare attualmente liquidato e somma che spetterebbe invece se la pensione fosse interamente calcolata con il sistema contributivo. Il gettito dovrebbe finanziare le fasce di popolazione più deboli, rafforzando i servizi di assistenza (infanzia, anziani, disabili).
- I deputati di Sel propongono nuove aliquote progressive per i trattamenti superiori a 75mila euro, e un aumento pari a 500 euro, da corripondere in sede di erogazione della tredicesima, a quelli fino a una volta e mezzo il minimo erogati a persone oltre i 65 anni.
- Il Movimento 5 Stelle propone un nuovo prelievo di solidarietà (oltre a quello già previsto dalla legge di Stabilità), da applicare per un periodo limitato di tre anni sui redditi oltre sei volte il minimo, con aliquote differenziate in base agli importi, che garantisca un gettito sufficiente a garantire un aumento di 518 euro l’anno alle pensioni minimi (pari a 6mila 440,59 euro all’anno). la platea di beneficiari sarebbe pari a 2 milioni 219mila 482 pensionati. La mozione chiede anche di valutare l’opportunità di fissare un tetto massimo alle quote di pensione acquisite attraverso il sistema retributivo (non più applicato) ai trattamenti più alti.
- Tetto a pensioni e vitalizi pubblici erogati con il retributivo a 50mila euro annui proposto dalla Lega Nord. Soglia massima di 8mila euro mensili per chi somma diversi trattamenti corriposti con il retributivo. Utilizzare il gettito per sbloccare definitivamente le indicizzazioni delle latre pensioni e salvaguardare gli esodati.
- Propongono un tetto ai trattamenti erogati anche solo in parte con il sistema retributivo anche i Fratelli d’Italia, che fissano anche una cifra: dieci volte il minimo (quindi, circa 60mila euro l’anno). La parte eccedente questo tetto andrebbe ricalcolata secondo il metodo contributivo.
(Fonte: le mozioni presentate alla Camera all’ordine del giorno l’8 gennaio 2014)