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IMU, abolito il saldo per prime case e terreni

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Novembre 2013
Aggiornato 28 Novembre 2013 16:05

Il CdM ha abolito la seconda rata IMU 2013 su prime case e terreni agricoli, finanziata con rivalutazione quote Bankitalia e anticipi fiscali di banche e risparmio amministrato, ma c'è un conguaglio a gennaio: il decreto.

Approvata l’abolizione del saldo IMU 2013 sulla prima casa e sui terreni agricoli: il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri riunito nel pomeriggio del 27 novembre, contestualmente alla norma sulle dismissioni di immobili pubblici e alla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, norma che consente di finanziare l’eliminazione della rata di dicembre (con 2,150 miliardi). Il necessario parere della BCE tecnicamente non è ancora arrivato, ma c’è un via libera ufficioso che evidentemente consente all’Esecutivo di varare il provvedimento. L’abolizione viene finanziata anche con gli anticipi fiscali Ires e Irap delle banche (per un anno) e risparmio amministrato. Attenzione però, nei comuni che hanno alzato le aliquote sulla prima casa sopra quella standard (lo 0,4%), c’è un’amara sorpresa per i contribuenti: a metà gennaio saranno chiamati a pagare la metà della differenza fra  lo 0,4% e l’aliquota prevista nel 2013. L’altra metà del conguaglio sarà a carico dello stato.

Arriva così dopo molti rinvii l’atteso decreto che abolisce l’IMU 2013 sulla prima casa, dopo l’ennesimo slittamento dovuto alla maratona in Senato per approvare con fiducia la Legge di Stabilità (che fra le altre cose ha introdotto la nuova IUC per il pagamento dell’IMU 2014.

I proprietari di prime case (escluse quelle di lusso) possono tirare un sospiro di sollievo: non dovranno pagare il saldo IMU 2013. Nelle prossime ore, decreto alla mano, si conosceranno i dettagli del provvedimento.

Continua intanto l’incertezza per seconde case e immobili delle aziende: il 16 dicembre è la data ultima per pagare il saldo IMU ma i comuni fino al 9 dicembre possono decidere variazioni sulle aliquote. Continuano pertanto a protestare commercialisti e CAF, centro di assitenza fiscale.