

I recenti casi di minaccia alla Privacy sul Web – sul banco degli imputati siti come Facebook e Google – hanno portato il Governo italiano a ritornare sull’ipotesi di un Codice di autodisciplina Internet per regolamentare la Rete. Nei giorni scorsi, il Ministero dell’Interno ha ultimato la bozza destinata agli operatori web. A darne comunicazione, il Ministro Roberto Maroni.
Obiettivo, preservare la dignità della persona sulla rete Internet.
A illustrare il testo della bozza definitiva del Codice agli operatori Internet – presenti Microsoft e Google, ma non Facebook – c’era il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani.
Un’esigenza legata ai problemi di sicurezza e privacy ai tempi del Web 2.0, ancora più attuale dopo i fatti legati al caso Vividown.
Intanto l’iniziativa, prima conosciuta con il nome di “Internet mi fido“, ha perso questa dicitura ma non le intenzioni: fornire un codice di identificazione perchè gli utenti possano facilmente riconoscere gli spazi online che rispettano i principi fondamentali della libertà. Un bollino di garanzia contro l’uso malevolo delle informazioni e dei contenuti diffusi.
I soggetti che operano in Rete dovranno svolgere un’azione di vigilanza sulla liceità dei contenuti veicolati o ospitati, anche mediante segnalazioni ricevute.
In pratica, si chiede di apporre una sorta di marchio di qualità ai contenuti web sulla falsa riga di quanto già avviene per i prodotti agroalimentari.
Si vuole così proporre l’autoregolamentazione come alternativa a un intervento diretto o strumento complementare alla legislazione tradizionale, con la speranza che lo stesso procedimento venga adottato anche a livello europeo.
I prossimi passi prevedono la costituzione di un Comitato di Attuazione dl Protocollo, che definisca le caratteristiche del logo identificativo del marchio di qualità e si occupi di concederne l’utilizzo ai siti e di far applicare e rispettare il Codice di Autodisciplina.